Ultimo aggiornamento: 04/08/2005 |
Sezione curata da Maria Giovanna Melis |
“INTIMITÀ CON
LA STORIA”, Catania – 2002 I.S.I.S. “C. Gemmellaro” ( www.istitutogemmellaro.it
) La collana e la
pubblicazione di questo volume sono ideate e curate dalla prof.ssa Josè
Calabrò. Realizzazione delle copertine dei racconti: prof.ssa Caterina La Macchia Si ringrazia la dott.ssa Lucia Scuderi che ha dato lo spunto grafico per il logo della collana
la prima di copertina la quarta di copertina locandina di presentazione
Recensione di Ivana Niccolai - Questo libro mi è stato donato molto gentilmente da Marialuisa Di Paola, incontrata a Firenze, nella sede dell'Indire, in occasione del Convegno “Forumlive 2005” e ancora adesso ringrazio la collega per tale splendido regalo. Il volume rappresenta la meravigliosa conclusione di un percorso didattico iniziato nell'a.s. 1998/1999 dai 24 alunni della sezione A periti Aziendali e corrispondenti dell' "I.I.S.S. Carlo Gemmellaro" di Catania, quando durante il loro terzo anno, guidati dall’insegnante Josè Calabrò, decisero di avvalersi di documenti autentici, attingendo direttamente sia alle fonti orali (tramite interviste ai nonni e ad altri parenti) sia alle fotografie capaci di far visualizzare un preciso momento storico, per scoprire il piacere della narrazione e per sperimentare il ruolo di "autore". Al quarto e quinto anno proseguirono il lavoro elaborando opportunamente le foto e giunsero alla stesura definitiva dei 24 racconti . Nel mese di giugno del 2001 venne effettuata una presentazione ufficiale dei singoli 24 romanzi e fu decisa una pubblicazione, in unico volume, di tutto il lavoro svolto. Nel 2002 fu presentato, così, il libro che ho appena letto con immenso piacere, considerandolo una silloge di racconti di grande valore, in quanto rappresenta un documento scolastico importante, in cui si può cogliere il percorso formativo seguito dagli studenti per imparare a comprendere e ad amare la Storia. Nelle prime pagine, oltre ai nominativi degli autori e all'Indice, ci sono le interessanti riflessioni del Dirigente Scolastico e dei docenti coinvolti nell'iniziativa. Il Dirigente Scolastico, Santoro Barbagallo, presentando la “collana” dei libri compilati, “con profonda partecipazione interiore” dagli alunni stessi, commenta: «[…] Vengono raccontate vicende e situazioni particolari, riguardanti le famiglie e gli antenati degli autori, collegate con gli usi, i costumi e la Storia della società del tempo. Nella rappresentazione della vita dei personaggi, ciascuno dei quali vive la propria esperienza e la propria situazione psicologica, emerge una varietà e molteplicità di episodi, ora drammatici, ora elegiaci, ora comici che danno una visione dei sentimenti e degli affetti che animavano le famiglie del tempo, anche in una conoscenza concreta della realtà storica. I libri, che hanno una dimensione varia perché diversi sono gli autori, contengono bozzetti, racconti, novelle, dialoghi con personaggi ben delineati e caratterizzati, presentati, talora, con una prosa fluida e scorrevole che richiama i versi di un componimento poetico.» L'insegnante José Calabrò spiega com'è nato il progetto del libro e sceglie, come modalità espositiva, quella colloquiale rivolgendosi direttamente, con affetto, a propri alunni-scrittori, riuscendo a immortalare le emozioni provate: «Un libro, tanti racconti, quanti voi siete; racconti nati per caso, nell'avviare "un'intimità con la Storia". [...] In un laboratorio che tornava ogni martedì mattina, per ritrovare un senso della storia, vi ho chiesto di ascoltare la memoria, raccontando delle vostre famiglie lungo il Novecento. È nato così un lavoro di Storia sociale, che si è andato intrecciando con la scrittura creativa. E voi, nei vissuti semplici, veri, che avete ricostruito attraverso fonti orali e foto, avete trovato insieme, da protagonisti, le donne e gli uomini, il materiale e l'immaginario, l'amore, i lavori, i giochi, i desideri, le piccole storie e la grande Storia, la nascita, la morte, le generazioni. [...] È stata un'esperienza che mi è servita per conoscervi meglio. [...] Anche a voi credo sia servito. Per imparare a osservare il bambino, la bambina, il ragazzo, la ragazza che ognuno è stato e in parte è. Per attivare uno sguardo più vero sugli altri, uno sguardo capace di vedere la molteplicità che ognuno ha in sé. Per intrecciare più salde e consapevoli radici con il vostro passato. Per instaurare un rapporto diretto di racconto-ascolto-racconto tra generazioni diverse, rapporto che spesso avviene durante l'infanzia, ma che si perde nell'adolescenza, periodo in cui il percorso di autonomia dei giovani è tante volte segnato dalla semplificazione di una incolmabile distanza tra le generazioni.[...] Per mettere insieme i racconti ho ricominciato a leggerli e rileggerli, finché, così, uno di seguito all'altro, li ho visti in una nuova ottica e nella loro successione mi è sembrato di trovare una chiave di lettura, un "senso", da cogliere con uno sguardo curioso della ripetizione e attento alle differenze. Nel fluire lento di questo susseguirsi di brevi storie, mi pare infatti che si componga un piccolo mondo brulicante di vita, di lavori e di emozioni; un mondo di "vicini di casa" che si muovono a Catania [...] Un mondo, un microcosmo di storie, ricche di sfumature e particolari, ma spesso simili tra loro - come lo sono, in fondo, le vite di tutti - storie che si susseguono e si accavallano, come piccole onde morbide e ritmiche, che cominciano e ricominciano dalla nascita, passando per il matrimonio/fuitina e la morte.[...] Insomma, come voi - per caso - vi siete incontrati, uguali e diversi, tra i banchi e siete diventati una classe, un mondo, così avevate materializzato le vostre nonne e i vostri nonni, facendoli incontrare, nella piazza - o meglio - nel cortile di queste pagine, per scoprirsi e narrarsi simili e irripetibili, in uno spaccato catanese del Novecento. [...]» Anche Caterina La Macchia, che ha collaborato alla realizzazione del libro, aggiunge: «[...] Molti anni fa, guardando con amore e rispetto le mie foto, addolorata perché uno strappo o un segno le avevano compromesse, non avrei mai pensato di poter io stessa riprendere vecchie immagini, ritoccarle, ricostruire i pezzi mancanti o rovinati dal tempo, farle stampare come fossero nuove, ridar loro insomma nuova vita. [...] Questo lavoro, che mi ha dato a momenti un po' di rimpianto, mi conferma come una donna di questi nostri tempi, possa, proprio con gli strumenti del "futuro", anche meglio ritrovare il suo passato.» |