Ultimo aggiornamento: 19/12/2004 |
Sezione curata da Maria Giovanna Melis |
Dario Ianes “Didattica speciale per l’integrazione – Un insegnamento sensibile alle differenze” Erickson, 2001 Dalla quarta di copertina: “La realtà scolastica è ormai caratterizzata da una forte eterogeneità delle classi. Gli insegnanti si trovano sempre più spesso a dover fronteggiare innumerevoli situazioni problematiche non più riferite solamente agli alunni in situazione di handicap, ma anche ai sempre più frequenti casi di alunni con disturbi dell’apprendimento, problemi comportamentali ed emozionali, background culturali diversi, situazioni familiari difficili, ecc.”. In questo libro, Ianes parla di <<bisogni educativi speciali>> che non riguardano solo gli studenti certificati come portatori di handicap, ma un numero molto superiore di alunni, che per ragioni diverse si trovano in situazioni di difficoltà. “Questi bisogni devono trovare risposta nella scuola, in una scuola che integra tutti gli alunni, qualunque sia il loro bisogno speciale e che rende significativa la loro presenza”.”Se la scuola accoglie l’alunno in difficoltà ma poi lo emargina in una stanzetta con un insegnante emarginato, oppure se tiene in classe l’alunno in difficoltà che però continua a non capire nulla e lo lascia andare alla deriva, non fa reale integrazione” E’ un’idea sbagliata pensare che solo “lo stare con gli altri” basti a creare integrazione. L’autore sostiene che la didattica quotidiana debba diventare di maggiore qualità, per creare una reale integrazione: “L’integrazione di qualità è qualità positiva nei diversi campi di espressione della persona in difficoltà: è un essere presente significativamente dal punto di vista relazionale (essere accolto, avere ruoli veri, amicizie, collaborazioni, ecc.), ma anche da quello cognitivo (imparare cose nuove, imparare a pensare, a risolvere problemi, sviluppare nuove capacità e competenze dettate dai bisogni peculiari dell’alunno in difficoltà e dalle finalità della scuola) e psicologico (crescere nell’autostima, nell’autoefficacia, nell’identità, nell’espressione delle emozioni, ecc.)”. Pag.31. Il volume è diviso in due parti. Nella prima parte si parla di ‘bisogni educativi speciali’ e del ‘Piano educativo Individualizzato’; nella seconda vengono illustrate tecniche di insegnamento e strategie di integrazione, quali: strategie didattiche metacognitive; creazione del <<punto di contatto>> tra la programmazione individuale e quella per il gruppo classe; intervento psicoeducativo sui comportamenti problema; reti di sostegno tra alunni all’interno della comunità classe; apprendimento in gruppi cooperativi e, per finire, la modalità didattica del tutoring: l’alunno che insegna all’altro alunno. |