Ivana Niccolai,
che ringrazio, ci propone questa interessante lettura:
Mirella Genovese, “MAMMY VIENE DAL CIELO”, 2006 AG Edizioni
(Pagine: 109, Indice compreso) Prefazione di Francesco Speciale
L’illustrazione di copertina è opera di Mirellina Parisi, figlia adottiva di
nazionalità filippina dell’Autrice.
Come sottolinea giustamente Francesco Speciale nella Prefazione, viviamo in
un’epoca in cui, dominando la civiltà dell’immagine, i messaggi rapidi,
proposti dalla televisione e dal cinema, inducono sovente l’ascoltatore a un
atteggiamento acritico; il difficile compito della Scuola consiste nel saper
promuovere la curiosità cognitiva dell’alunno, il suo amore per la lettura,
in modo che lo studente s’impegni ad analizzare, a riflettere, a porsi
domande, per cercare le possibili adeguate risoluzioni ai numerosi problemi
sociali, prestando la doverosa attenzione ai temi importanti e attuali,
quali l’adozione, l’abbandono dei bambini, l’interculturalità.
Fin dalle prime righe del libro, l’autrice analizza il problema
dell’adozione, inserendolo in una visione di rapporti di globalizzazione,
con cui quotidianamente dobbiamo fare i conti; a pagina 10 Mirella Genovese,
rivolgendosi all’amatissima figlia Marika, scrive: «[…] Noi abbiamo sfatato
il famoso proverbio “Di mamma ce n’è una sola”, perché di mamme tu ne hai
due: quella che ti ha messo al mondo e quella che ti ha allevata. […]»
In questo caso la “mammy” arrivò “dal cielo”, perché giunse in aereo a
Manila, nella missione gestita dalle suore, dimora accogliente per i bimbi
rimasti orfani.
A pagina 11 leggiamo «[…] So che nel cuore di ogni donna c’è un larghissimo
spazio riservato all’amore per i figli: è lo spazio più grande.
Un altro spazio è riservato a tutte le altre creature di questo mondo. […]”
La vicenda personale della scrittrice si inserisce in un contesto mondiale
di storia contemporanea e gli argomenti trattati toccano la sfera dei
sentimenti, sollecitando la partecipazione emotiva del lettore, senza
trascurare l’approfondimento della conoscenza sia degli aspetti
folcloristici di culture diverse sia delle tematiche etiche e sociali
affrontate.
Mi piace definire tale volumetto un memoriale avvincente come un ottimo
romanzo; esso si articola in un dialogo retrospettivo, esprimente sia il
punto di vista della madre sia il punto di vista della figlia adottiva
(punti di vista che interagiscono non soltanto nella ricostruzione del
vissuto relativo alla pratica dell’adozione, ma anche negli immancabili
consequenziali risvolti psicologici e formativi).
Il libro è stato concepito come destinato prioritariamente al mondo
scolastico; sono presenti, infatti, diciassette pagine, dedicate al
“Laboratorio didattico-educativo”, che comprendono, per ognuna delle due
parti, in cui il memoriale è suddiviso, sezioni specifiche, utili per
sollecitare la partecipazione dello studente delle superiori, rendendolo
protagonista attivo, quali: “Comprensione del testo”, “Analisi della
struttura”, “Lo spazio”, “Il tempo”, “Analisi linguistica”, “Oltre il
testo”, “Riflessioni sul romanzo” e “Scrittura creativa”.
Ritengo che questo volumetto sia meritevole di essere conosciuto da un
pubblico allargato, perché reputo giusto venga divulgata quella ricerca di
rigore etico e civile che pervade tutto il lavoro, rigore morale comunicato
con l’uso di un linguaggio, semplice e chiaro, che mette in luce, senza
alcuna retorica, ma con la forza di chi ha affrontato determinate
significative esperienze, il messaggio di solidarietà, che non rimane nelle
intenzioni della scrittrice, ma che risulta la testimonianza di chi ha
provato quel senso di soddisfazione morale e di serenità interiore, perché
ha saputo impegnarsi costantemente in attività di volontariato e nella
pratica dell’adozione non solo “in presenza”, ma anche “a distanza”.
Considero particolarmente interessanti le pagine dedicate al tema
dell’integrazione socio-culturale, tema svolto attraverso lo sforzo del
recupero della memoria; il ricordo viene rappresentato come un’esigenza
dell’anima, capace di rendere più responsabili, riproponendo gioie e dolori
rivissuti con la saggezza dell’esperienza acquisita e con la forza data
dalla consapevolezza di poter godere di un rapporto affettivo familiare,
saldo e sicuro, che riesce a far superare le difficoltà della vita.
Note sull’autrice
Mirella Genovese è nata a Barcellona P.G. (ME) il 3 aprile 1939.
Laureatasi brillantemente in lettere classiche, è Dirigente Scolastico
presso il Liceo Scientifico Statale “E. Medi” di Barcellona P.G. (ME).
Ha collaborato con “Il Giornale di Sicilia”, “La Gazzetta del Sud” e con la
rivista “Eva”.
Per ulteriori informazioni, visitate il sito web della scrittrice:
http://www.pupattola.net/ |