Ultimo aggiornamento: 04/10/2004

 
Sezione curata da Maria Giovanna Melis
Ivana Niccolai, che ringrazio, segnala e commenta il libro di Gardner:
Howard Gardner, “FORMAE MENTIS – Saggio sulla pluralità dell’intelligenza”, Feltrinelli, Titolo originale dell’opera: “FRAMES OF MIND. THE THEORY OF MULTUPLE INTELLIGENCES, Traduzione dall’inglese di Libero Sosio, decima edizione aprile 1999
Nella “Nota al Progetto sul potenziale umano”, si legge: “La Fondazione Bernard van Leer dell’Aja, in Olanda, è un’istituzione internazionale senza scopo di lucro dedita alla causa dei bambini e giovani minorati. Essa sostiene progetti innovativi che sviluppano approcci comunitari alla cura e all’educazione precoci dei bambini minorati, nell’intento di aiutarli a realizzare il loro potenziale.
Nel 1970 la fondazione chiese alla Graduate School of Education di Harvard di valutare lo stato presente della conoscenza scientifica circa il potenziale umano e la sua realizzazione. Prendendo l’avvio da questa direttiva generale, un gruppo di studiosi dell’Università di Harvard si è impegnato, nel corso di vari anni, in ricerche sulla natura e la realizzazione del potenziale umano.[…]
Il primo volume pubblicato sotto l’egida di tale Progetto è Formae mentis di Howard Gardner, uno studio dei potenziali intellettuali umani che attinge non solo alla ricerca psicologica, ma anche alle scienze biologiche e ai risultati dello studio dello sviluppo e dell’uso di conoscenza in culture diverse.”
Nella Nuova introduzione, datata “gennaio 1985”, e preparata dallo stesso Howard Gardner dopo le estese discussioni di cui era stata oggetto la prima edizione del testo, leggiamo: “[…] Scrivendo questo libro, mi proposi di minare la nozione comune di intelligenza come capacità o potenziale generale che ogni essere umano possiederebbe in misura più o meno grande. Nello stesso tempo intendevo mettere in discussione l’assunto che l’intelligenza, comunque venga definita, possa essere misurata da strumenti verbali standardizzati, come test con carta e matita fondati su risposte brevi a batterie di domande. All’epoca in cui scrissi il libro, non mi rendevo pienamente conto di quanto profondamente tali concezioni dell’intelligenza e dei test d’intelligenza siano radicate nella nostra società.[…] Per rendere più facile l’accesso a quest’opera […] chiederei ai nuovi lettori di eseguire due esperimenti mentali. Prima di tutto, cercate di dimenticare di aver mai sentito parlare dell’intelligenza come proprietà singola della mente umana; o di quello strumento chiamato test o reattivo d’intelligenza, che pretende di misurare l’intelligenza una volta per tutte.
In secondo luogo, sforzatevi di considerare il mondo con la massima apertura mentale possibile e pensate a tutti i ruoli o “stati finali” – professionali e ricreativi – che sono stati apprezzati dalle diverse culture in varie epoche. […] A mio giudizio, per comprendere in modo adeguato l’ambito della cognizione umana, è necessario includere nel nostro esame un insieme di capacità e competenze molto più vasto e più universale di quelle che sono state considerate solitamente. E’ necessario inoltre rimanere aperti alla possibilità che molte – se non la totalità – di queste capacità e competenze non si prestino a essere misurate con metodi verbali standardizzati, i quali si fondano massicciamente su una combinazione di abilità logiche e linguistiche. Avendo in mente tali considerazioni, ho formulato una definizione di quella che chiamo un’ “intelligenza”.
Un’intelligenza è la capacità di risolvere problemi, o di creare prodotti, che sono apprezzati all’interno di uno o più contesti culturali. Si noti che qui non si dice nulla sulle fonti di queste capacità, o sui mezzi appropriati per «misurarle». Costruendo sulla base di questa definizione, e attingendo particolarmente a materiali biologici e antropologici, introduco poi otto distinti criteri per giudicare un’intelligenza e propongo sette competenze umane che soddisfano fondamentalmente questi criteri.
La parte principale del libro fornisce una descrizione dettagliata delle prove a sostegno di ciascuna particolare intelligenza, e del suo modo di operare. Segue una critica della teoria alla luce delle carenze più vistose di cui avevo coscienza all’epoca della stesura del libro. Concludo poi con alcune considerazioni sul modo in cui le intelligenze si sviluppano – e possono svilupparsi – all’interno di una cultura e su come esse possano essere mobilitate in vari contesti pedagogici. […] Gli esseri umani si sono evoluti in un modo che consente loro di esibire varie intelligenze e non di attingere variamente a un’intelligenza flessibile.[…] Quali che possano essere stati gli intenti e i meriti originari dei test, oggi ci si attende che test standardizzati consentano di stimare ogni sorta di capacità umane: un compito di cui essi non sono all’altezza. Piuttosto che accettare valutazioni insufficienti in mancanza di meglio, io chiedo lo sviluppo di mezzi di valutazione che siano pienamente adeguati alla gamma di abilità umane che meritano di essere stimate.”
 

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