Ultimo aggiornamento: 24/06/2004 |
Sezione curata da Maria Giovanna Melis |
Gérard de Vecchi, Nicole Carmona-Magnaldi “Aiutare a
costruire le conoscenze” Professione docente La Nuova Italia 1999 L’allievo deve essere collocato al centro del processo di apprendimento. Ma come si fa nella concreta pratica didattica? Questo volume fornisce strumenti e indicazioni operative utili a tutti gli insegnanti per condurre ogni allievo a costruire i propri saperi e conoscenze. L’attenzione si focalizza in primo luogo sull’errore e sul ruolo positivo che esso può rivestire quando l’allievo ne diventa consapevole. Vengono quindi presi in considerazione i ‘motori di ricerca’ per l’acquisizione di conoscenze: dalla curiosità alla sfida, dall’imitazione alla creazione, dalla funzione fondamentale dei legami tra i concetti all’importanza della dimensione motivazionale, affettiva e relazionale. Parte quarta: “Mettere in relazione”, p. 171 e seg. “L’insegnamento ha la tendenza più a far accumulare un susseguirsi di conoscenze che a pensare ai legami tra loro esistenti. Tuttavia, la differenza tra un mucchio di mattoni e la struttura di una casa in costruzione è proprio ciò che lega i mattoni gli uni agli altri! Lo stesso vale per i saperi. Sono le relazioni che ci permettono di organizzare il mondo che ci circonda. L’obiettivo non è più semplicemente di far ammucchiare un insieme di conoscenze, bensì quello di strutturare, di costruire delle reti, spesso complesse, che forniscano da sole una veste operativa ai saperi. COSTRUIRE DEI LEGAMI E’ APRIRSI […] Creare dei legami può […] rappresentare un’apertura verso gli altri e il mondo. In una casa, per esempio, ci sono legami anche tra le stanze… che sono le aperture (porte), cioè si manifestano con dei non-legami. Ci troviamo dunque di fronte a un paradosso: il legame lega, unisce, mentre l’apertura spalanca, libera. Dal punto di vista cognitivo, mettere in relazione significherà legare, unire assieme due idee, il che permetterà nel contempo di aprirsi a un nuovo campo concettuale o a un’altra idea. Elargire per legare e legare per aprire. In questo modo, i legami intessuti tra le conoscenze (le messe in relazione) consentiranno loro di esistere in quanto saperi utilizzabili. COSTRUIRE DEI LEGAMI E’ COMPRENDERE Per convincersene, cominciamo col descrivere brevemente un’esperienza di Gottschaldt. Si ha a disposizione una serie di scatole (A, B, C, D, E, ecc.). Si pone quindi un dolcetto nella scatola A e si permette successivamente a uno scimpanzé e a un bambino di 3 anni di trovare il dolcetto. Entrambi vi arrivano per tentativi (prove ed errori). Si mette poi un altro dolcetto nella scatola B. Dopo aver cercato in A, dove in precedenza si trovava il dolcetto, entrambi lo scoprono per caso. Si mette poi un terzo dolcetto in C, un quarto in D, un quinto in E, e così via. Si constata che nel giro di breve tempo il comportamento della scimmia differirà da quello del bambino: lo scimpanzé apparirà sconcertato, mentre il bambino comprenderà abbastanza in fretta che a ogni nuova esperienza dovrà rivolgere la propria attenzione alla scatola successiva. Quella di 'scatola successiva' è una nozione astratta, che si costruisce per collegamento. Il bambino è in grado di mettere in relazione i risultati delle diverse esperienze che si sono succedute nel tempo. […] A partire dalle medie, l’insegnamento assomiglia a un programma televisivo: a ogni ora la sua materia, senza preoccuparsi delle relazioni che potrebbero esistere tra le diverse trasmissioni. Tocca allo spettatore (davanti alla TV così come a scuola!) creare da solo i propri legami, mettere in relazione quanto gli viene dato con ciò che già conosce, con la sua struttura di raccolta ( in classe, questo avviene indipendentemente dall’insegnante!). Ma questi collegamenti sono poi pertinenti? Clicca qui (quando i ragazzi non fanno i collegamenti) I legami, di cui i maestri si preoccupano ben poco, i bambini li fanno da soli…o non li fanno affatto. […] Molte <<perle>> sono da ricondursi a questo principio. Eccovene qualche esempio: clicca qui |