Ringrazio Ivana Niccolai
per questa segnalazione:
A cura di Renzo Dameri, "comunic @ ted", Irre Liguria,
EDISTUDIO s.r.l., I Edizione 2004
Questo libro è stato gentilmente offerto ai visitatori dello stand dell'Irre
Liguria, allestito nell'ambito di TED 2004 (pp. 478)
Come si precisa nell'Introduzione, "questo volume contiene, sotto forma di
ATTI, i contributi scientifici di vari studiosi ed esperti appartenenti al
panorama delle discipline glottodidattiche e della comunicazione che si sono
avvicendati in due Convegni Nazionali promossi dall'IRRE - Liguria e
tenutisi a Genova: il primo su IL TURISMO SCOLASTICO e il secondo in
occasione e all'interno della manifestazione sulle TECNOLOGIE DIDATTICHE (TED)
svoltosi alla Fiera di Genova appunto, il 26 e il 27 febbraio 2003.[.]
Questi ATTI si articolano in tre sessioni di lavoro:
I° le lingue e la comunicazione tecnologica nel testo di Riforma della L.
53/03,
II° le prospettive e i problemi della FAD oggi,
III° la formazione dei docenti in genere, con particolare riguardo a quelli
di lingue.[...]"
La prima parte: "Le lingue nella Scuola della Riforma" presenta dapprima il
contributo di Bona Cambiaghi, La glottodidattica tra scuola e Università,
che ci introduce nel mondo dell'evoluzione storica della glottodidattica
fino all'attuale svolta dell'approccio comunicativo con la presa in conto
del testo come unità minima d'apprendimento nell'era multimediale.
Segue quindi la relazione di Paolo E. Balboni "Le lingue straniere nella
Legge 53/03 nel quadro della politica linguistica europea" e il contributo
al dibattito entra nello specifico e diventa particolarmente efficace con
l'articolo di Paola Desideri "Osservazioni glottodidattiche a margine della
riforma della scuola primaria": la lingua inglese, in cui vengono
sottolineati criticamente i punti forti e deboli del testo della L. 53/03.
Nell'articolo di Renzo Dameri, "E-Learning e relationship nelle lingue
secondo la Legge 53/03", viene tratteggiata una didattica informatica
attraversata dalla preoccupazione della promozione alla relazionalità umana
e un approfondimento delle lingue non solo trasversale alle altre
discipline, ma «aperto» anche al modello del PORTFOLIO EUROPEO DELLE LINGUE
(PEL), l'unico in grado di documentare l'effettiva competenza linguistico -
comunicativa dello studente.
Nell'articolo di Maria Cecilia Luise "L'insegnamento precoce: un quadro di
riferimento" vengono delineate le caratteristiche che deve avere un impianto
glottodidattico destinato all'insegnamento delle lingue straniere ai bambini
della scuola primaria.
La relazione "L'uso veicolare della lingua straniera" di Graziano
Serragiotto presenta il panorama europeo CLIL (Content and Language
Integrated Learning, cioè apprendimento integrato di lingua e contenuti;
tale denominazione mette in risalto come ci sia un equilibrio, un'
integrazione tra l'apprendimento delle varie discipline e quello della
lingua straniera e tale uso particolare della lingua straniera spesso viene
sintetizzato con il termine di lingua veicolare per semplificarne il
concetto).
La seconda sessione, intitolata "Prospettive e Problemi della FAD",
raccoglie i contributi inerenti alla formazione a distanza a partire
dall'articolo di Laura Salmon "Nuove tecnologie e vecchi cervelli", "che
«ripiana» l'importanza del computer per capire meglio i meccanismi di
approfondimento della mente umana contro ogni forma di microspecializzazione
indotta dalle tecnologie che spesso si propone come modello unico di
ricerca.
L'articolo di Enrico Borello "Limiti e problemi della formazione a distanza
nell'educazione linguistica" porta a giusta configurazione l'uso delle
tecnologie nella formazione che hanno la funzione di riformarne proprio i
processi, oltre a costruire un apprendimento di qualità usando Internet a
complemento «quanto serve e dove serve» della formazione «face - to - face».
La funzione della FAD è messa in evidenza dall'articolo "FAD e e-learning:
scenari di riferimento" di Benedetta Baldi che sottolinea come la formazione
on-line si caratterizza per l'attivazione di processi di apprendimento di
tipo collaborativo dove ogni studente, mettendo in comune la propria
esperienza personale, costruisce una «comunità d'apprendimento virtuale»,
una vera e propria «open learning» in cui si incentiva il senso del gruppo.
L'articolo di Nicholas Brownlees "Benvenuto nel nostro paese" prende in
esame gli aspetti relativi alla creazione e all'impiego di un corpus di
testi turistici per un modulo linguistico universitario.
"La competenza linguistico-comunicativa emerge nel suo percorso storico da
psicometrico a sociolinguistico nella relazione di Serena Lenzi Language
testing e nuove tecnologie, da cui emerge la funzione e l'utilità del «testing»,
che è quella di misurare l'uso di una lingua in situazione reale compresi i
test, tramite la flessibilità di Internet come espansione di e-learning per
gli adulti."
L'articolo di Matteo Santipolo "Variazione linguistica e glottotecnologie"
conclude la seconda parte del libro, mettendo in evidenza una panoramica
delle principali varietà di inglese e di italiano, prestando attenzione a
quali dovrebbero costituire dei modelli glottodidattici e sottolineando i
vantaggi che possono derivare dall'utilizzo delle nuove tecnologie (in
particolare la posta elettronica e Internet) per lo sviluppo della
competenza sociolinguistica.
La terza parte del volume è dedicata alle problematiche inerenti
all'importanza delle tecnologie nella formazione dei docenti. Nella
relazione "L'e-learning nella didattica delle lingue e nella formazione dei
docenti", Patrizia Mazzotta evidenzia come sia necessario valorizzare l'e-learning,
per garantire la personalizzazione dei percorsi d'apprendimento e un
incremento sia degli scambi di esperienze didattiche sia di progettazioni
comuni, anche se l'autrice preferisce una formazione mista, in presenza e a
distanza, per gli alunni della scuola primaria.
Nell'articolo "Le mappe concettuali favoriscono la memoria?", Mario Cardona
precisa come le mappe concettuali siano diventate, con il supporto delle
tecnologie informatiche, uno strumento dinamico in grado di sfruttare al
massimo le potenzialità interattive del computer, in quanto sono un mezzo
duttile e prezioso sia per la programmazione e valutazione dei percorsi
didattici sia per pianificare la ricerca autonoma di informazioni in rete.
L'obiettivo dell'autore è quello di analizzare le mappe concettuali in
funzione dell'organizzazione e del funzionamento della memoria, al fine di
evidenziare gli aspetti che ne confermino la natura «ecologica» come
strumento didattico all'interno di una visione pedagogica socio-cognitiva.
Nella prima parte del saggio vengono presentati alcuni presupposti
psico-pedagogici, mentre nella seconda parte vengono messe a confronto
alcune caratteristiche della memoria umana con i criteri di utilizzo delle
mappe concettuali nella didattica.
Nella relazione "Tecnologie glottodidattiche e nuove forme di interazione in
classe", Maddalena Bellanova scrive, tra l'altro: "[.] Nell'aula
multimediale, grazie alla Rete, la classe multietnica si può trasformare in
un vero e proprio laboratorio dell'intercultura, con un insegnamento delle
lingue e delle altre discipline capace di suscitare l'interesse dell'alunno
italiano nei riguardi di culture e saperi «altri», di servirsi del confronto
come stimolo all'apprendimento, di individuare e collaudare strategie di
supporto per gli alunni stranieri in difficoltà. [.]". L'autrice sottolinea
come nell'aula multimediale la figura dell'insegnante di lingue acquisti un
carattere più sfaccettato e meno direttivo, restando, comunque, basilare con
il ruolo di tutor , di «language advisor», a cui l'alunno chiede aiuto e
consiglio e di «language counselor», che responsabilizza lo studente,
guidandolo a organizzarsi e ad apprendere.
L'articolo "Il ruolo dei futuri docenti di lingue straniere" di Francesca
Mastrogiacomi ci propone il profilo di un docente «instructional designer»,
capace di creare insieme con i propri alunni, dei software didattici tali da
stimolare continuamente l'apprendimento.
Nell'articolo "Processi di acculturazione e interazione linguistica", Maria
Claudia Pia Bada relaziona sul resoconto di una ricerca condotta nell'arco
di sei mesi in una pluriclasse a Birmingham (Sparkhill), dedicata al
monitoraggio dei processi di code-switching in un gruppo di discenti
bilingui italo-britannici, precisando che la premessa fondamentale alla
ricerca è stata la definizione del background linguistico dei bambini di
origine italiana, strettamente connesso alla loro problematica educativa
legata ai loro tre ambiti linguistici: inglese standard, italiano e
dialetto.
Nell'articolo "La formazione dell'insegnante di italiano L2", Cristina
Bosisio riflette sui compiti che l'insegnante di italiano L2 è chiamato a
svolgere, alla luce della situazione attuale, della normativa vigente e
della formazione glottodidattica di base del docente.
Nell'Appendice sono raccolte le schede elaborate da un gruppo di docenti di
italiano L2 delle scuole primaria e secondaria di primo grado della
provincia di Milano a seguito di una ricerca-azione monitorata dalla
cattedra di glottodidattica dell'Università Cattolica e svoltasi dal mese di
settembre al mese di giugno 2003.
Nell'articolo conclusivo "Un'esperienza di stage" di Reika Nardon-Schmid
viene presentato un modello di stage internazionale, basato sullo scambio di
studenti di area umanistica fra l'Università Cattolica di Brescia e la LMU
di Monaco; tale modello è trasferibile, seppur con modalità diverse, anche
ad altre realtà, sia a livello universitario sia a livello di scuola media
superiore.
Svolgere uno stage in un ambito estraneo al proprio curricolo di studi non
rappresenta più una novità per lo studente tedesco che è abituato ad
affrontare anche diversi stages extra-curricolari in paesi diversi, dal
momento che rappresenteranno, una volta che si inserirà nel mondo del
lavoro, un valore aggiunto alla sua formazione e preparazione professionale.
Poiché ci avviamo verso una società del sapere sempre più complessa,
all'interno della quale sarà importante aver acquisito una formazione solida
di base, che permetta sia di orientarsi in una realtà in continuo
cambiamento sia di rapportarsi con interlocutori multiculturali, sarà sempre
più necessario possedere «qualificazioni chiave», che facilitino
l'apprendimento di un sapere specialistico in continua evoluzione e
l'autrice elenca le seguenti «competenze chiave»:
-
saper lavorare con metodo in modo autonomo;
-
possedere capacità di pensiero (logiche e
concettuali, di astrazione e di connessione);
-
possedere creatività e ricchezza di idee;
-
competenza linguistica, interculturale e
multiculturale;
-
empatia;
-
capacità critica;
-
competenza comunicativa scritta e orale;
-
tecniche di presentazione;
-
predisposizione al lavoro di gruppo;
-
continuo impegno al miglioramento e attitudine a
operare per obiettivi;
-
apertura mentale;
-
mobilità, flessibilità;
-
attitudine ad assumere responsabilità;
-
reggere un notevole carico di lavoro;
-
impegno etico e democratico.
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