Ultimo aggiornamento: 01/04/2006

 
Sezione curata da Maria Giovanna Melis

Nicola Santoro, che ringrazio tantissimo, ci propone questa interessante lettura:

 

Graziano CAVALLINI  “Fondamenti di didattica” , Junior, Bergamo 2002.

 

Dalla presentazione di Mauro LAENG: “Questo volume fa seguito ai precedenti Fondamenti di pedagogia (dello stesso autore) e rende disponibili al pubblico i contenuti delle sue lezioni ai corsi della SSIS (Scuola di Specializzazione all’Insegnamento Secondario) di Milano.

I primi capitoli sono dedicati a definizioni e considerazioni preliminari, all’organizzazione scolastica ed alle attività didattiche in genere. Altri quattro capitoli sono dedicati alle varie aree nelle quali l’attività si esplica: l’area cosiddetta umanistica e le aree matematica, scientifico-tecnologica, espressiva e motoria. Incisive osservazioni sulla natura del pensiero matematico, sulla geografia e sulle scienze e le tecnologie meritano attenzione particolare. Due capitoli trattano dei collegamenti conoscitivi e della realtà nei linguaggi. Gli ultimi capitoli trattano della programmazione e valutazione, e delle lezioni frontali, dei libri di testo, dell’uso di nozioni, formule ed algoritmi, di esperienze e di esperimenti.

L’Autore dimostra diretta conoscenza della situazione delle scuole e non si fa illusioni né tenta di alimentarne. Ha vivo senso di concretezza ed esprime giudizi equilibrati; fa giustizia di molti luoghi comuni sulla programmazione, sulle «esperienze», sulla pretesa di misure quantitative nella valutazione, sui quadri concettuali, sui lavori di gruppo ed altri temi che hanno occupato i convegni ed i periodici negli ultimi anni. Smonta senza pietà la retorica «frittologica» di molti corsi di aggiornamento parolai ed inconcludenti. L’Autore ritiene che l’insegnamento debba essere contrassegnato da gradualità, muovendo dagli interessi degli alunni e dagli schemi spontanei per arrivare infine ai concetti. Nozioni e formule non sono da condannare, ma devono trovare posto nella sistemazione del sapere acquisito. Ciò che più conta è la consapevolezza dei punti di partenza e di arrivo e dei processi mentali, la cosiddetta «metacognizione».

Il libro si occupa di «fondamenti». Pertanto non si addentra in discussioni su tematiche imposte dalle «novità» ministeriali; e neppure discorre di didattiche particolari, come quelle dell’istruzione mediante sequenze programmate, dell’insegnamento audiovisivo ed informatico, dei corsi a distanza, o delle tecniche per i non vedenti o non udenti. È una solida introduzione generale e dà il tono a una considerazione scientifica della didattica, senza pretendere che essa, oltre alla legittima autonomia nell’ambito pedagogico, sia una scienza a sé stante, anzi sottolineando una certa «infinità» dei temi didattici che intersecano tutte le discipline. Soprattutto rifiuta una interpretazione a senso unico del cosiddetto «umanesimo» ristretto al sapere letterario e rivendica il genuino «umanesimo» del sapere scientifico.”

 

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