Ultimo aggiornamento: 30/01/2005 |
Sezione curata da Maria Giovanna Melis |
Manuela Cantoia, Letizia Carrubba,
Barbara Colombo “Apprendere con stile – Metacognizione e strategie cognitive” Collana Scuola facendo - Carocci Faber, 2004 Manuela Cantoia insegna Psicologia dei processi di apprendimento presso l’Università Cattolica di Milano e collabora con lo SPAEE della stessa università. Letizia Carrubba insegna Psicologia del ciclo di vita e dell’educazione presso l’Università Cattolica di Piacenza. Collabora con lo SPAEE dell’Università Cattolica di Milano. Barbara Colombo insegna Psicologia dei processi di apprendimento presso l’Università Cattolica di Brescia. Collabora con lo SPAEE dell’Università Cattolica di Milano. Questo libro è pensato per insegnanti di ogni ordine scolastico che vogliano trovare spunti, suggerimenti e materiali, al fine di conoscere la propria tendenza ad attuare determinate operazioni mentali piuttosto che altre e aiutare gli studenti a riflettere sulle loro modalità di apprendimento per imparare anche a modificarle e renderle più flessibili. Nella prima parte del libro si parla di metacognizione e di stili cognitivi, nella seconda parte vengono affrontate alcune importanti riflessioni in merito all’osservazione della classe e alla costruzione di griglie di rilevazione. La metacognizione si riferisce ad una concezione dell’apprendimento che ritiene centrale la conoscenza delle proprie strategie di pensiero per poter potenziare le proprie capacità di apprendere. La tematica metacognitiva risulta trasversale ai contenuti e coinvolge differenti aspetti della mente: capacità e strategie di pensiero, stili cognitivi, consapevolezza dei propri processi mentali, ecc. Ma, concretamente, di cosa si occupa la metacognizione? Le autrici richiamano i principali modelli teorici che individuano cinque grandi ambiti di applicazione e indagine: le conoscenze, la consapevolezza, il controllo, la generalizzazione e la sfera eterogenea degli elementi individuali che caratterizzano l’esperienza di apprendimento. Per quanto riguarda poi lo stile cognitivo, definito da Robert Sternberg come <<un modo di pensare preferito>> e come: <<… propensioni, preferenze nell’uso delle proprie abilità; non sono le abilità che possediamo, ma il modo in cui ci piace e troviamo più comodo usarle. Perciò uno stile cognitivo non è migliore o peggiore di un altro, ma solo diverso…>>, le autrici ci invitano a riflettere su come le persone utilizzano i processi cognitivi (percezione, attenzione, memoria, comprensione) e in generale come gli individui elaborano le informazioni. Secondo Antonietti, lo stile cognitivo si può definire come “la modalità di elaborazione dell’informazione che si manifesta in compiti e in settori diversi del comportamento, ovvero la tendenza generale del soggetto ad adottare strategie di un certo tipo in maniera molto più frequente di altre”. Nello sviluppo degli stili cognitivi interagiscono predisposizione personale e circostanze ambientali: sono, quindi, in costante sviluppo e, a seconda delle situazioni, non è escluso che il soggetto possa compiere nel tempo processi compatibili con uno stile diverso da quello predominante. Secondo le autrici, la riflessione sugli stili di apprendimento deve coinvolgere tanto gli studenti quanto gli insegnanti: “…per i primi si tratterà di prendere confidenza con l’esperienza di auto-osservazione e di arrivare a stabilire le caratteristiche del proprio lavoro mentale, nonché le preferenze in termini di operazioni e atteggiamenti; per gli insegnanti si tratterà invece di ripensare criticamente il proprio modo di procedere nel lavoro didattico e la tendenza a preferire talune impostazioni od operazioni piuttosto che altre. Obiettivo comune per entrambi, docenti e studenti, dovrà essere l’ampliamento del repertorio strategico al fine di raggiungere una maggiore flessibilità operativa”. Molto utile e ricca di suggerimenti operativi la seconda parte del libro. Degli strumenti e percorsi didattici proposti, alcuni sono applicabili a tutte le materie curricolari, altri sono di carattere generale (presentando situazioni scolastiche ed extrascolastiche), altri ancora sono applicabili alle materie letterarie, alla storia, ai metodi di studio. |