Ultimo aggiornamento: 07/07/2004 |
Sezione curata da Maria Giovanna Melis |
Paolo Calidoni “Progettazione – Organizzazione didattica – Valutazione nella scuola dell’autonomia” Editrice La Scuola Dalla Presentazione, a cura di Cesare Scurati e Italo Fiorin: “L’insegnamento è una professione caratterizzata dalla complessità, nella quale entrano in gioco e si intrecciano molteplici dimensioni. La conoscenza della propria materia di insegnamento è una condizione essenziale, ma non esaustiva. Non basta sapere per sapere insegnare, come non basta possedere un ricco repertorio di tecniche didattiche per appassionare gli alunni all’avventura dell’apprendimento. Le dimensioni della professionalità docente riguardano gli aspetti della pianificazione, della mediazione didattica, della organizzazione del lavoro, della verifica e della valutazione; si estendono al campo della relazione verbale e non verbale, abbracciano, più in generale, la capacità di lavorare in team, di fare ricerca, di sperimentare. Oggi, in particolare, l’introduzione delle nuove tecnologie offre più occasioni alla azione di insegnamento, potenziandone l’efficacia. […] La comunicazione didattica avviene (…) all’interno di una pluralità di contesti di varia natura, che sono non semplici contenitori degli avvenimenti che si verificano nella classe, ma entrano in relazione, positiva o negativa, con il risultato, comunque di condizionare la qualità dell’azione dell’insegnamento. Alludiamo, in primo luogo, al clima relazionale che caratterizza la vita della classe, alle modalità dell’interazione verbale o non verbale, al fatto che si faccia ricorso ai gruppi o che, piuttosto, la classe rimanga sempre e soltanto un’assemblea di ascolto e di (modesto) dibattito collettivo. Anche gli spazi, interni ed esterni l’aula, costituiscono contesto significativo, capace di influenzare la trama delle azioni che vi sono comprese. E’ ben diverso il clima di lavoro che si determina quando tutti gli alunni rimangono diligentemente o meno al loro tavolino, piuttosto che godere della possibilità di usufruire di spazi diversificati, flessibili, sempre meno stereotipati e sempre più ambienti di lavoro specializzato (laboratorio, biblioteca, atelier …). […] Contesto è l’organizzazione della scuola, il funzionamento degli orari, l’avvicendamento degli insegnanti, le regole esplicite e, più ancora, implicite che governano la giornata di scuola. Contesto, infine, è l’ambiente sociale, gli intrecci che si stabiliscono tra la scuola e il territorio, la ricchezza ovvero la povertà delle sollecitazioni. Un contesto non esiste come qualcosa di rigido e prestabilito, privo di plasticità, indifferente agli attori che lo abitano. E’ necessario, prima di tutto, percepirlo, saperlo analizzare, progettarlo, modellarlo a misura del proprio progetto educativo e didattico. Il contesto è uno sfondo, l’apprendimento è la sua figura. E nel rapporto figura/sfondo c’è sempre la possibilità di mimetizzare la figura o, piuttosto, di esaltarla, di farla emergere. Si tratta di sviluppare una specifica intelligenza ed intenzionalità dei contesti, capace di migliorare sempre più la loro capacità di operare positivamente in favore del “testo”, della “figura”, dell’azione che vi viene compresa. Il testo che presentiamo sintetizza in questa prospettiva il dibattito che ha accompagnato l’innovazione recente della scuola primaria e si propone di rileggere i temi della progettazione, dell’organizzazione didattica e della valutazione nell’ottica della scuola dell’autonomia e della riforma di sistema che è in corso”. |