Ultimo aggiornamento: 09/12/2004

 
Sezione curata da Maria Giovanna Melis
Questo libro è stato segnalato da Ivana Niccolai che ringrazio e che scrive:
Renzo Vianello e Cesare Cornoldi,
METACOGNIZIONE DISTURBI DI APPRENDIMENTO
E HANDICAP"
– Ricerche e proposte di intervento – Congresso Internazionale C.N.I.S., edizioni junior, Prima edizione: marzo 1996
Questo libro rappresenta il settimo volume della serie “Progressi nella ricerca sui disturbi di apprendimento e l’handicap” e raccoglie quindici contributi, inerenti alle relazioni presentate nelle sessioni comuni e nei workshop del Congresso internazionale “Handicap e metacognizione, Imparare ad imparare”, tenutosi a Pordenone nel marzo del 1995.
Il volume comprende le seguenti relazioni:
1) “Strutture mentali e sviluppo metacognitivo in minori con handicap “ di Renzo Vianello (Da questo articolo emerge che i soggetti con handicap necessitano di un intervento che potenzi le loro capacità metacognitive.)
2) “Il contesto di apprendimento e la generalizzazione delle strategie: come il contesto può favorire i processi di auto-regolazione e le credenze relative alla propria competenza” di John G. Borkowski e Nithi Muthukrishna (Tale relazione presenta il seguente tema centrale: “la generalizzazione di strategie e di conoscenze precedentemente apprese dipende in gran parte dalla presenza di processi di regolazione, i quali attivano il sistema cognitivo e permettono il verificarsi di determinati comportamenti strategici.” E’ ritenuto fondamentale, seguendo le indicazioni che emergono dalla teoria metacognitiva, il potenziamento di un atteggiamento attivo, “costruttivo” e vengono presentati i principi fondamentali dell’approccio metacognitivo: valorizzazione dell’insegnamento contestualizzato, dell’apprendimento intenzionale, dell’insegnamento reciproco, dell’apprendimento mediante scoperta, ecc.)
3) “Stili di pensiero” di R. Stemberg ( Qui l’autore presenta la propria teoria, secondo la quale le persone scelgono lo stile a loro più comodo per controllare le proprie attività quotidiane. Interessante, e fondata scientificamente, è la distinzione fra tredici diversi stili: il monarchico, il gerarchico, l’oligarchico, l’anarchico; il legislativo, l’esecutivo e il giudiziario; il globale e l’analitico; l’interno e l’esterno; il liberale e il conservativo. Per quanto concerne il rapporto insegnamento-apprendimento, non mancano molteplici indicazioni, di cui alcune sottolineano la necessità, per gli insegnanti, di essere flessibili nel proprio insegnamento, in modo da fare proposte coerenti con gli stili degli studenti e altre mettono in evidenza come sia avvantaggiato chi è capace di passare facilmente da uno stile a un altro. Come può un insegnante non flessibile trasmettere flessibilità ai propri studenti?
4) “Apprendimento cooperativo e insegnamento reciproco: strategie per favorire apprendimento e interazione sociale” di M.Comoglio (In questa relazione vengono presi in considerazione il “Cooperative Learning” e il “Peer Tutoring”: il primo può essere definito come un insieme di tecniche fondate sull’apprendimento cooperativo in piccoli gruppi e il secondo si basa sull’interazione tra due allievi, dove uno assume il ruolo di insegnante e l’altro il ruolo di alunno. “L’indagine sperimentale condotta su entrambi i metodi evidenzia l’utilità sia in termini diretti nell’apprendimento, sia nella motivazione, nella persistenza nell’impegno, nella volontà, nel perseguimento degli obiettivi, nella stima di sé e, ovviamente, nello sviluppo di abilità di collaborazione.)
5) “Apprendimento cooperativo e insegnamento reciproco: strategie per favorire un apprendimento attivo e indipendente e l’educazione alle relazioni interpersonali” di P. E. Tressoldi (Si parte da una riflessione sul contributo che la psicologia dell’apprendimento ha portato all’educazione e vengono ricercate le condizioni ottimali per favorire l’apprendimento attivo e consapevole di nuove conoscenze.)
6) “Attenzione e consapevolezza: aspetti di funzionamento normale e patologico” di Santo Di Nuovo (Egli sottolinea che “la funzionalità dei processi attentivi e di consapevolezza può essere ridotta, o ulteriormente peggiorata, da lacune nei processi di apprendimento sia cognitivo che comportamentale”. Sono interessanti le note che Santo Di Nuovo riserva alla sindrome da iperattività collegata a deficit di attenzione.)
7) “Motivazione e metacognizione nel recupero dell’abilità di comprendere testi” di Lucia Lumbelli (Tale lavoro “si focalizza sui problemi che studenti, con svantaggio socioculturale, frequentanti la scuola media, presentano nella comprensione e nella produzione verbale, sia scritta che orale”.)
8) “Abilità metacognitive e comprensione del testo scritto” di Lucia Cacciò, Rossana De Beni e Francesca Pazzaglia (Qui si cerca di dare una risposta alle seguenti domande: “Quali conoscenze abbiamo sulla lettura, quali attività di controllo mettiamo in atto mentre leggiamo? In che modo conoscenze e controllo influiscono sulla comprensione? Cosa accade quando vi sono delle carenze nelle conoscenze e nei processi di controllo?” La conclusione è la seguente: è chiara l’esistenza di uno stretto legame fra metacognizione e prestazione sia in soggetti normododati che in soggetti con difficoltà specifiche di comprensione.)
9) “Metacognizione e processi di scrittura” di Lerida Cisotto (In questo contributo viene sottolineato il ruolo della valenza metacognitiva dell’insegnare a scrivere. Viene evidenziata l’opportunità di ampliare le occasioni in cui fare esperienza di scrittura con scopi diversificati, in modo da favorire una maggiore consapevolezza, affinché venga compreso il funzionamento del meccanismo della scrittura, ma vengano anche capiti il senso e l’utilità della scrittura stessa.)
10) “Difficoltà di lettura nella scuola media: l’intervento didattico-educativo. Un’esperienza” di Adriana Molin, Silvana Poli e Gianna Friso (Vengono riferite le conclusioni “di un’esperienza compiuta con cinque soggetti di scuola media, aventi difficoltà di decodifica sulla base dei risultati ottenuti alle prove MT di correttezza e rapidità. Un apposito training ha avuto effetti positivi, in particolare per quanto riguarda la correttezza.” Vi sono stati effetti positivi anche sulla comprensione, benché il training non fosse finalizzato in tal senso.)
11) “Metacognizione e matematica” di C. Cornoldi (Viene offerta una panoramica delle implicazioni, per la matematica, di un approccio metacognitivo.)
12) “Un training metacognitivo per l’apprendimento della matematica” di Daniela Lucangeli (Viene illustrato un programma predisposto per promuovere le capacità del bambino di riflettere sul suo “pensiero matematico” e di controllare i suoi processi mentali.)
13) “Realizzazione di climi relazionali differenziati e loro influenza sulle prestazioni di gioco simbolico in bambini di scuola materna” di Loredana Czerwinsky Domenis (Vengono presentati i dati di una ricerca, condotta su 180 bambini in età di scuola dell’infanzia, che si inserisce nell’ambito dei giochi di finzione, i quali vengono realizzati grazie a una sostituzione di oggetti, per cui gli oggetti assumono significati diversi da quelli abituali.)
14) “Dal pensiero intuitivo al pensiero operatorio: prove per la valutazione del livello di sviluppo. Corrispondenze e funzioni: valutazione (CFV)” di Maria Laura Marin, Renzo Vianello e Lucia Baldassa (Vengono presentati “risultati tali da permettere l’utilizzazione di un nuovo test per la valutazione di un particolare e importante aspetto dell’intelligenza”.)
15) “Famiglie di bambini con Sindrome di Down: esperienze di counselling” di Renzo Vianello, Lucia Baldassa, Beatrice Bertelli, Laura Ghizzi, Carolina Mega, Silvia Moniga e Anna Trivella (Si tratta di un’esperienza che dovrebbe interessare soprattutto psicologi, neuropsichiatri infantili, insegnanti e genitori di bambini con difficoltà.)
 

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