Ultimo aggiornamento: 02/09/2004 |
Sezione curata da Maria Giovanna Melis |
Robert J. Sternberg - Louise
Spear-Swerling “Le tre intelligenze – Come potenziare le capacità analitiche, creative e pratiche” Erickson 2002 Secondo Cesare Cornoldi, Robert Sternberg “costituisce uno dei più estrosi e autorevoli studiosi contemporanei dell’intelligenza, capace non solo di riflessioni teoriche brillanti e acute, ma anche di sentire il polso del mondo della scuola e di riconoscere le modalità attraverso cui lo studio psicologico di base può portare all’applicazione educativa”. Dall’ Introduzione, p.14 “Jack indica Irvin, il ragazzo che ha etichettato come il più stupido della classe, al suo amico Tom. A Jack, che si considera il più intelligente, piace prendere in giro Irvin. <<Vuoi vedere cosa significa essere veramente “stupido”, Tom? Guarda un po’ questo…>> <<Ehi, Irvin. Ho qui due monete. Prendi quella che vuoi. E’ tua.>> Irvin guarda le due monete, un nichelino e un dime. Le fissa per un po’, e poi sceglie quella più grande, il nichelino. <<Dai, Irv, prendilo, è tuo>>, ride Jask. Irvin prende la moneta e se ne va. Un adulto che stava guardando da lontano lo scambio, si avvicina a Irvin e gli spiega gentilmente che il dime vale più del nichelino, anche se è più piccolo, e che perciò ha perso cinque cent. <<Oh, lo so>>, replica Irvin, <<ma, se avessi preso il dime, Jack non mi avrebbe più chiesto di scegliere tra le due monete; così invece continua a chiedermelo. Ho già preso più di un dollaro da lui, e tutto quello che devo fare è scegliere il nichelino>>. Comincia così la ‘provocazione intellettuale’ degli autori che propongono la tesi secondo cui l’intelligenza analitica valorizzata dalla scuola è di fatto limitata e non include cose importanti che certi spiriti pratici sanno invece ben riconoscere. Nella prefazione, Sternberg scrive: “La strutturazione delle idee esposte nell’intero volume deriva dalla mia teoria triarchica del pensiero, secondo cui l’attività intelligente è di tre generi fondamentali: analitica, creativa e pratica. Il pensiero analitico comprende la capacità di analizzare, giudicare, valutare, di stabilire dei confronti e dei contrasti e di esaminare. Il pensiero creativo si realizza nella capacità di creare, scoprire, produrre, immaginare e supporre. Il pensiero pratico comprende invece la capacità di usare strumenti, applicare e attuare progetti e piani. Questi tre tipi di pensiero, insieme, sono strumenti importanti per gli studenti, sia all’interno dell’aula che fuori di essa”. L’obiettivo che il libro si pone è aiutare gli insegnanti a stimolare gli studenti a pensare in modo efficace. “Gli studenti –affermano gli autori- imparano meglio se pensano in modo efficace a ciò che studiano. Studiare e pensare non sono due entità distinte, indipendenti. Piuttosto, se gli studenti pensano a come imparare, imparano a pensare e imparano anche ciò che devono sapere con efficacia molto maggiore di quando cercano solamente di memorizzare”. È’ un libro che si rivolge a noi insegnanti, con l’intenzione di aiutarci a comprendere i diversi modi di pensare e di applicare questa comprensione direttamente alla didattica. Il libro è diviso in sette capitoli, ognuno dei quali si concentra su un aspetto diverso della stimolazione del pensiero. Ogni capitolo comincia specificando un obiettivo; viene poi indicato il modo di raggiungerlo, per concludere infine illustrando alcune attività che gli insegnanti potranno utilizzare per farlo conseguire agli studenti. Nel primo capitolo vengono descritti i tre tipi fondamentali di pensiero, come pure i processi mentali di ordine superiore che vi sono sottesi. Il capitolo secondo descrive le strategie di base che si possono utilizzare per potenziare i tre tipi di pensiero. Il capitolo terzo integra tali strategie. Il capitolo quarto descrive delle tecniche elaborate per insegnare i tre tipi di pensiero. Nel capitolo quinto, l’attenzione è focalizzata su uno di questi modi di pensare, ossia quello creativo e intuitivo. Nel capitolo sesto si discute di alcune insidie che in genere gli insegnanti incontrano nel portare a termine queste strategie. Infine, nel capitolo settimo si spiega perché anche persone con buone capacità di pensiero possono non riuscire a scuola come pure nella vita di tutti i giorni. Cesare Cornoldi, che ha curato l’Introduzione, sostiene che “…il contributo principale di quest’opera vada visto nella valorizzazione di altre forme di intelligenza, poco coltivate dai sistemi educativi tradizionali” e, a suo parere, l’elemento di maggiore novità della posizione dell’autore “si riferisce alla grande importanza attribuita all’intelligenza pratica che viene affiancata a quella standard di tipo analitico e a quella, già più evidenziata e tuttavia educativamente insufficientemente coltivata, di tipo divergente o creativo”. |