Ultimo aggiornamento: 27/06/2004 |
Sezione curata da Maria Giovanna Melis |
Vito Piazza e Dario Ianes - “Insegnare
domani” - Erickson 1999 Cap. 12, “Metodologia metacognitiva nell’insegnamento e nel recupero e sostegno” pag. 210 “Nell’ottica metacognitiva l’attenzione dell’insegnante non è tanto rivolta all’elaborazione di materiali o metodi nuovi per <<insegnare come fare a…>>, quanto al formare quelle abilità mentali superiori che vanno al di là dei <<semplici>> processi cognitivi primari (ad esempio, leggere, calcolare, ricordare, ecc.). Questo andare al di là della cognizione significa innanzitutto sviluppare nell’alunno la consapevolezza di quello che sta facendo, del perché lo fa, di quando è opportuno farlo e in quali condizioni; l’approccio metacognitivo tende poi anche a formare le capacità di essere <<gestori>> diretti dei propri processi cognitivi, dirigendoli attivamente con proprie valutazioni e indicazioni operative. L’approccio didattico metacognitivo è senz’altro lo sviluppo recente più interessante e utile tra quelli originati nell’ambito della psicologia cognitiva dell’educazione e viene applicato attualmente con risultati positivi sia a livello della metodologia didattica rivolta alla generalità degli alunni, sia negli interventi di recupero e sostegno di quelli con difficoltà di apprendimento, oltre che nell’educazione specializzata per gli alunni con deficit più gravi. L’approccio metacognitivo consente agli insegnanti di non separare rigidamente i necessari interventi di recupero o sostegno individualizzato dalla didattica normale rivolta all’intera classe, visto che questo approccio si fonda su un comune riferimento metodologico (la metacognizione e le strategie cognitive) e utilizza una serie di collegamenti operativi tra insegnamento normale e specializzato e tra gli alunni stessi (le tecniche di insegnamento reciproco e di ‘peer tutoring’ tra alunni con differenti livelli di abilità) - clicca qui o sull'immagine in alto a sinistra per ingrandirla -”. Gli elementi costitutivi della didattica metacognitiva “La didattica metacognitiva è un modo di fare scuola, sia nelle normali attività curricolari sia nel recupero e sostegno, che utilizza deliberatamente e sistematicamente i vari concetti e le metodologie derivati dagli studi sulla metacognizione. Con la metacognizione si stanno introducendo nella didattica e nel lavoro educativo delle novità importanti anche a livello di contenuti, di obiettivi e di abilità che l’alunno troverà utile apprendere e usare. L’insegnante che opera in modo metacognitivo interviene a quattro livelli diversi, che rappresentano altrettante dimensioni ben distinte della metacognizione, anche se vedremo come esse siano strettamente interconnesse e si influenzino reciprocamente. - clicca qui o sull'immagine in alto per ingrandirla - 1° livello: conoscenze sul funzionamento cognitivo in generale 2° livello: autoconsapevolezza del proprio funzionamento cognitivo 3° livello: uso generalizzato di strategie di autoregolazione cognitiva 4° livello: variabili psicologiche <<sottostanti>>”. Risultati e punti di forza di un insegnamento metacognitivo , pag. 231 I dati a sostegno dell’utilità di un approccio metacognitivo generale nella didattica, anche in quella rivolta ad alunni con disturbi dell’apprendimento e con ritardo mentale, sono ormai numerosi nella letteratura scientifica internazionale (per un’analisi approfondita e aggiornata si rimanda il lettore interessato ai lavori di Ashman e Conway, 1991; Cornoldi, 1991 a; Cornoldi, 1995). L’attuale interesse per questo approccio si può mettere in relazione anche con le nuove riconcettualizzazioni delle origini cognitive che stanno alla base dei disturbi dell’apprendimento: l’incapacità di scegliere, usare e generalizzare strategie efficaci di autoregolazione nella soluzione di un compito di apprendimento. Numerose ricerche forniscono dati positivi a conferma dell’utilità dell’approccio metacognitivo anche nel ritardo mentale, anche se sono prevalentemente prodotti da ricerche su abilità di autoregolazione relativamente semplici, quali l’automonitoraggio e l’autoistruzione verbale (Ianes, 1990; Whitman, 1990). Pag. 232 […] Nell’insegnamento metacognitivo si enfatizza molto e continuamente lo sviluppo della flessibilità del proprio corso d’azione e di pensiero, dell’adattabilità, del sapersi autonomamente riorientare attraverso un continuo automonitoraggio e controllo dell’esito delle proprie azioni rispetto agli obiettivi inizialmente definiti. Crediamo che queste abilità rivestano un’utilità evidente per tutti gli alunni, anche per quelli con difficoltà di apprendimento di cui sono note la rigidità e la tendenza a seguire ripetitivamente schemi comportamentali sempre uguali. Una seconda caratteristica positiva dell’approccio metacognitivo, soprattutto quando si rivolge all’insegnamento delle strategie di problem solving, è l’enfasi che viene attribuita all’obiettività dell’analisi della situazione problematica che l’alunno deve affrontare, l’importanza di una raccolta completa di dati oggettivi e dell’analisi razionale dei vari fattori coinvolti nel problema. - clicca qui o sull'immagine in basso per ingrandirla - |