Ultimo aggiornamento: 24/06/2004 |
Sezione curata da Maria Giovanna Melis |
Joseph Novak “L’apprendimento significativo – Le mappe
concettuali per creare e usare la conoscenza” - Erickson 2001 Questo testo lo avevo già segnalato nel thread B. M., ma avevo inserito alcuni commenti di Novak legati alla disciplina matematica. Pag. 27 “ L’apprendimento significativo è il concetto chiave della nostra teoria dell’educazione” pag. 31 “L’apprendimento significativo si verifica quando chi apprende decide di mettere in relazione delle nuove informazioni con le conoscenze che già possiede. La qualità di questo apprendimento dipende anche dalla ricchezza concettuale del nuovo materiale che deve essere imparato. L’apprendimento meccanico avviene invece quando chi apprende memorizza le nuove informazioni senza collegarle alle conoscenze precedenti, o quando il materiale da studiare non ha alcuna relazione con tali conoscenze. L’apprendimento puramente meccanico e quello altamente significativo rappresentano i due estremi di un continuum (vedi figura). L’apprendimento significativo richiede: 1. conoscenze precedenti: l’alunno deve possedere già delle informazioni da mettere in relazione a quelle nuove, perché possano essere apprese in maniera approfondita; 2. materiale significativo: le conoscenze da apprendere devono essere rilevanti in rapporto ad altre e devono contenere concetti e proposizioni significativi; 3. che l’alunno scelga di procedere in modo significativo, ovvero deve decidere consapevolmente di mettere in relazione, in modo non superficiale, le nuove conoscenze con quelle già in suo possesso". Nel capitolo 7 si parla dell’ “Insegnante/formatore efficace ” “L’insegnamento è un’attività complessa. Questo è confermato da migliaia di ricerche, come quelle prese in rassegna in The handbook of research on teacher education; Houston, 1990. Rowan (1994) mise a confronto il lavoro dell’insegnante con altri lavori e concluse che <<insegnare a bambini e adolescenti è un lavoro molto complesso se paragonato ad altre professioni, e per ottenere buoni risultati si richiedono alti livelli di cultura generale e una preparazione professionale specifica>>. Essendo un’attività così complessa, credo sia indispensabile che l’insegnamento venga guidato da un’esauriente teoria dell’educazione. Per lo meno negli Stati Uniti, è evidente che questo obiettivo non è stato ancora raggiunto. La mia teoria è che l’apprendimento significativo deve costituire il fondamento dell’integrazione costruttiva di pensieri, sentimenti e azioni se coloro che apprendono vogliono raggiungere il successo e l’empowerment, oltre che sviluppare un senso di impegno e responsabilità. Responsabilità verso loro stessi, in quanto individui che apprendono e verso i loro colleghi e l’ambiente in cui imparano. […]in questo capitolo mi soffermerò sulle sfide che l’insegnante deve affrontare per ottenere ciò che amo definire una <<riuscita negoziazione di significati>>. […]per garantire un insegnamento efficace, dobbiamo rimanere costantemente coscienti del fatto che solo l’apprendimento significativo può portare a una progressiva differenziazione e integrazione della struttura cognitiva e a uno sviluppo parallelo dell’Io di un individuo. In secondo luogo, fattore estremamente importante, dobbiamo riconoscere che ogni situazione d’insegnamento dovrebbe proporsi questi due obiettivi: a)aumentare ulteriormente la differenziazione della struttura cognitiva di colui che apprende; b) suscitare in lui una sensazione del tipo <<io sono ok>>. Questi due obiettivi sono alla base dello sviluppo delle abilità, associati a una consolidata pratica professionale. Un tipo di insegnamento in cui viene aggredito deliberatamente l’Io di colui che apprende non è mai giustificabile. […]. Gli insegnanti devono possedere conoscenze e sensibilità emotiva . La conoscenza, come già detto, è un insieme ben organizzato di concetti e di proposizioni. Per un insegnamento efficace, questo insieme deve includere la conoscenza dei contenuti da apprendere, la conoscenza di contesti d’apprendimento alternativi (anche nei limiti di ..una classe, di una scuola scarsamente forniti), la conoscenza di come le persone apprendono e la conoscenza di possibili valutazioni alternative e di altre strategie educative che possono facilitare l’apprendimento significativo, prendendo atto delle limitazioni che gli studenti e il contesto di apprendimento possono avere. In breve, i programmi universitari di scienze della formazione dovrebbero comprendere l’insegnamento di una teoria dell’educazione. L’insegnamento e il management efficaci richiedono sensibilità emotiva da parte dell’insegnante verso lo stato emotivo e i bisogni di colui che apprende e allo stesso tempo la consapevolezza del proprio stato emotivo e dei propri bisogni. […] Poiché gli uomini vivono in società che non sono particolarmente adatte a generare sentimenti del tipo <<io sono okay>>, in cui i pregiudizi etnici, culturali, razziali o sessuali possono aggravare i sentimenti negativi, la sfida per l’insegnante consiste nell’affrontare in modo costruttivo, sia per lo studente che per se stesso, i molteplici bisogni dell’Io di colui che apprende”. (vedi figura) Negoziazione di nuovi significati Dice Novak: "A scuola, al lavoro e in qualsiasi ambiente di apprendimento in cui sia presente un insegnante il mondo dell'alunno e quello dell'insegnante non è mai lo stesso. L'interazione tra studente e docente coinvolge due serie differenti di elementi in relazione tra loro. La figura 2.3 descrive questa affermazione". (vedi figura) Pag.40 e oltre Mappe concettuali e organizzazione delle conoscenze " Durante i primi anni Settanta, la mia équipe si trovò ad affrontare il problema di documentare ciò che i bambini conoscevano in un determinato campo prima e dopo l'insegnamento. Provai ogni forma possibile di test carta e matita e scoprii che questo tipo di prova non riusciva a rappresentare in modo adeguato le reali conoscenze dei bambini. Intervistandoli sulla scelta delle loro risposte, dimostrai che molti sceglievano le risposte giuste per i motivi sbagliati e che la maggior parte di essi sapeva di più o di meno riguardo alla materia di quanto indicassero le risposte alle domande del test. Decidemmo allora di utilizzare quasi esclusivamente le interviste guidate, riferendoci al lavoro di Jean Piaget, e raccogliendo un numero enorme di di nastri registrati [...]. Era estremamente difficile riuscire ad analizzare questi nastri e a individuare dei modelli o delle costanti che ci aiutassero a comprendere come e perchè i bambini riuscivano a imparare o fallivano nella nuova materia. Riferendoci alla teoria dell'apprendimento significativo di Ausubel (1963; 1968), decidemmo di esaminare le interviste trascritte per ricercare le parole/concetti e le proposizioni fornite dagli studenti che avrebbero potuto indicarci le conoscenze precedenti e successive all'insegnamento. Dopo aver sperimentato vari modi di organizzare le parole/concetti e le proposizioni, il mio gruppo di ricerca escogitò l'idea della costruzione delle <<mappe concettuali>>. [...]Scoprimmo quindi che le mappe concettuali erano un valido sistema per aiutare i docenti a organizzare le conoscenze per l'insegnamento, e un buon metodo per gli studenti per scoprire i concetti chiave e i principi contenuti nelle lezioni, nelle letture o in altro materiale didattico. Inoltre, a mano a mano che gli studenti acquisivano abilità ed esperienza nella costruzione delle mappe concettuali, essi iniziavano ad accorgersi che stavano imparando come imparare. [...] Le nostre ricerche e studi recenti effettuati da molti altri ricercatori in ogni parte del mondo hanno dimostrato che i bambini più piccoli sono capaci di imparare velocemente come costruire buone mappe concettuali, e che invece gli studenti delle scuole secondarie o delle università incontrano spesso delle difficoltà, in parte come conseguenza di un'abitudine pluriennale allo studio meccanico (Novak e Wandersee,1990)". (vedi ) Nella figura troverete una mappa che rappresenta i concetti chiave per l'uso delle mappe concettuali (Novak, libro citato) Il diagramma a V Novak, op. citata, pag.104, 105 "La V epistemologica di Gowin Il mio collega D. Bob Gowin si è occupato per più di quarant'anni dello studio della filosofia e dell'epistemologia applicate all'educazione. [...] Gli studenti universitari ritengono spesso che la lettura degli articoli scientifici sia frustrante o disorientante e, a volte, totalmente oscura. Per aiutare gli studenti a comprendere meglio questi articoli, Gowin (1970) preparò una lista di cinque domande, le cui risposte avrebbero potuto fornire una migliore comprensione della ricerca. Le domande erano le seguenti: 1. Quali sono gli interrogativi iniziali? (Possono rivelare cosa vuole scoprire l'indagine). 2. Quali sono i concetti chiave? (Sono i concetti necessari per comprendere la ricerca). 3. Quali metodi di indagine (procedure) vengono utilizzati? (Sono i metodi usati per la raccolta e l'interpretazione dei dati). 4. Quali sono le principali affermazioni di conoscenza? (Sono le affermazioni che il ricercatore considera risposte valide alle domande di partenza). 5. Quali sono le affermazioni di valore? (Sono delle affermazioni, esplicite o implicite, riguardo al marito o al valore dell'indagine e delle risposte che essa è stata in grado di fornire). Gowin e io scoprimmo che queste domande risultavano utili per gli studenti [...] nonostante questo, molti studenti continuavano a trovare piuttosto difficile collegare i concetti chiave alle domande di partenza o agli eventi e agli oggetti che venivano indagati. Alla luce di queste difficoltà, nel 1997 Gowin propose il metodo innovativo della V euristica della conoscenza. La figura ne illustra la forma classica. E' relativamente facile insegnare alle persone a costruire un diagramma a V se esse possiedono già una certa familiarità con la realizzazione delle mappe concettuali e con le idee che ne stanno alla base. La V euristica è uno strumento completo e allo stesso tempo molto semplice . Essa serve a illustrare e a collocare l'ampio numero di elementi epistemologici coinvolti nella creazione o nell'analisi di una parte della conoscenza in una struttura semplice, che aiuta a spiegarne il funzionamento. Potevano esserci molte altre forme per rappresentare uno strumento epistemologico euristico come questo, ma Gowin scelse la V perchè la sua forma a punta risulta particolarmente adatta per porre in una posizione di rilievo gli eventi/oggetti, che sono le parti dell'universo che stiamo cercando di comprendere. Le due braccia della V corrispondono ai due aspetti coinvolti nella creazione della conoscenza: gli elementi del pensiero (aspetto teorico/concettuale) e gli elementi dell'azione (aspetto metodologico). Nel diagramma a V ogni elemento interagisce con tutti gli altri [...]. Gli elementi rappresentati a sinistra del diagramma sono gli elementi interni alla nostra mente, che contribuiscono a coordinare le azioni, rappresentate sul lato destro, che producono conoscenze e affermazioni di conoscenza. La V euristica è un'euristica basata su una visione costruttivista del sapere, nella quale il modo in cui scegliamo di studiare una parte dell'universo per come appare o si comporta dipende da tutti gli altri elementi presenti nel diagramma". Aggiornamento del 18/05/04 - A proposito del diagramma a V di Gowin... , un approfondimento di Ivana Niccolai, che ringrazio, e che ha scritto quanto segue: "Tempo fa avevo letto una relazione, in cui era presentato un diagramma a V di Gowin, compilato da un alunno, per cui ho cercato tale "articolo" e l'ho trovato; eccolo: "Per un insegnamento formativo delle scienze della natura" di Giuseppe Valitutti e Alfredo Tifi. Riporto alcune significative frasi, inerenti a un esperimento di chimica effettuato con gli alunni: "...Al termine dell'esperienza, gli allievi compilano la V di Gowin, lo strumento metacognitivo che riassume, in cinque punti, su un'unica pagina, gli aspetti teorici, il piano risolutivo, i dati sperimentali e le spiegazioni del problema affrontato...La V di Gowin si prefigge di sistematizzare l'approccio al problema sperimentale, oltre che a mettere in moto le attività di riflessione nel momento della manipolazione. Riflettere, mentre si osserva con tutti i sensi, è il momento centrale della costruzione della concezione. Seguendo tali procedure, i concetti si trasformano definitivamente in concezioni e l'apprendimento resiste all'usura del tempo..." Clicca qui per visualizzare una immagine su "Come insegnare a realizzare un diagramma a V", tratta dal libro di Novak, op.cit. "L'apprendimento significativo". |