Alessandra Mauri e Carla Tinti "Formare alla comunicazione - Percorsi di
gruppo per lo sviluppo di relazioni efficaci nelle professioni educative,
sociali e sanitarie" -
Erickson 2002
Testo segnalato da Salvatore Bulla, che
ringrazio.
"La progettazione e l'attuazione di un percorso di formazione o di sviluppo
delle competenze di comunicazione interpersonale rappresentano, in questi
ultimi anni, un'esigenza sempre più sentita. In numerosi ambiti lavorativi
infatti è di fondamentale importanza essere in grado non solo di fornire una
prestazione basata sulla conoscenza (sapere) e sulla competenza tecnica
(saper fare), ma anche di instaurare un'efficace relazione interpersonale
(saper essere).
Il presente volume offre da un lato un panorama aggiornato delle principali
teorie relative alla formazione in gruppo e alla comunicazione e dall'altro
un efficace modello di intervento definito ASC(Apertura, Sviluppo dei
contenuti, Chiusura), che permette di organizzare un percorso di formazione
basato su una struttura rigorosa e applicabile a diversi ambiti, in
particolare quelli scolastico e sanitario".
Dal Capitolo 3 " Formare alla comunicazione", pag. 53
" <<I pesci sono gli ultimi ad accorgersi dell'acqua; chi usa una lingua,
tende a un realismo ingenuo, vedendola come un riflesso della realtà, non
come qualcosa di costruito. Gli aspetti delle cose per noi più importanti
sono nascosti proprio per la loro familiarità.>> (L. Wittgenstein)
In ogni tipo di interazione è attivo uno scambio comunicativo e la
comunicazione interpersonale va considerata un fenomeno sociale e complesso
strettamente legato alla natura umana. L'uomo nasce come essere comunicante
ed è grazie a questa sua caratteristica che si è evoluto in un essere
sociale; tuttavia, poiché l'uso della comunicazione è connaturato alla sua
essenza, non sempre è in grado di cogliere gli elementi che la regolano. Gli
aspetti qualitativi dello scambio comunicativo spesso sfuggono alla
consapevolezza e quindi alla conoscenza, sebbene siano proprio questi a
determinare l'efficacia nell'interazione.
Nonostante il linguaggio sia considerato il mezzo comunicativo per
eccellenza, numerosi sono gli elementi extralinguistici essenziali alla
reciproca comprensione che, talvolta, risultano più adeguati a trasmettere
ciò che si vuole esprimere. Un sorriso accogliente ed empatico può gettare
le basi per una relazione fondata sulla reciproca fiducia in maniera più
diretta ed efficace di quanto possa fare un lungo discorso, lo sguardo
severo di una mamma può segnalare al figlio la sua disapprovazione meglio
delle parole.
Comunicazione linguistica ed extralinguistica si integrano a vicenda e sono
attive simultaneamente nello scambio comunicativo, tuttavia, mentre si pone
grande attenzione all'insegnamento del linguaggio e delle regole che lo
governano, molta meno attenzione viene data allo sviluppo delle abilità non
verbali. Queste ultime vengono normalmente apprese e utilizzate senza che vi
sia una reale consapevolezza di come agiscono nella relazione.
L'analisi e lo studio delle regole che governano il mondo della
comunicazione può migliorare la conoscenza delle dinamiche che intervengono
nell'interazione e facilitare e migliorare le relazioni interpersonali.
Acquisire una competenza in cui è forte la consapevolezza delle regole che
governano la comunicazione può favorire la comprensione reciproca,
l'avvicinamento e facilitare le relazioni dando importanza alle componenti
affettive ed emotive per essere in grado di capire e farsi capire anche al
di là del linguaggio".
[...]
Pag. 58 La pragmatica della comunicazione
"Il concetto di comunicazione interpersonale viene inteso da vari autori in
modi differenti a seconda dell'aspetto su cui viene focalizzata
l'attenzione. In generale lo scambio comunicativo viene analizzato e scisso
in tre aspetti fondamentali: sintattico, semantico e pragmatico, secondo la
definizione proposta da Morris (1946). La sintassi si riferisce alle regole
grammaticali [...]. Del significato si occupa la semantica [...] La
pragmatica, infine, è strettamente legata all'uso che si fa della
comunicazione e si occupa della relazione tra i comunicanti, del contesto in
cui avviene la comunicazione e, soprattutto, dei suoi effetti sul
comportamento. Il significato pragmatico della frase <<ho lo stomaco
vuoto>>, ad esempio, può essere quello di <<dammi qualcosa da mangiare>> e
indurre l’interlocutore a rispondere a questa richiesta.
Questi tre aspetti sono strettamente collegati l’uno all’altro, pur potendo
essere studiati separatamente. Nella nostra presentazione ci occuperemo in
particolare degli autori che hanno analizzato la comunicazione nei suoi
aspetti pragmatici.
Partiamo considerando la definizione di Sperber e Wilson (1995) che
intendono la comunicazione innanzitutto come un processo inferenziale. Essi
sostengono che quando si comunica si esibiscono degli indizi che possono
essere linguistici, ad esempio una frase, o extralinguistici, come dei
gesti, il cui significato viene ricevuto e compreso, al di là del
significato letterale, grazie a elementi di conoscenza condivisi con
l’interlocutore. Si comunica, quindi, sulla base delle conoscenze di
ciascuno e sulle conoscenze che ciascuno ha delle conoscenze dell’altro.
Comunicare significa, in sostanza, offrire agli altri indizi o trarre
inferenze dagli indizi offerti dagli altri, per cui la comprensione è legata
alle conoscenze degli interlocutori e non all’informazione linguistica in
sé.
[…] anche Grice (1975) ritiene che nella comunicazione reale i contenuti
trasmessi vadano oltre al significato letterale e il messaggio che il
comunicante ha intenzione di trasmettere non dipenda solo dalle cose dette
ma, soprattutto, da quelle implicate. […] Uno degli assunti di base di Grice
è che la comunicazione è un atto cooperativo fondato sulla condivisione di
alcuni <<principi conversazionali>> che possono essere definiti i principi
morali, di cortesia e di etichetta che regolano la conversazione
<<naturale>> (Volli, 1994). Ogni scambio comunicativo è dato dalla
condivisione di uno scopo comune tra gli interlocutori, che Grice esplicita
nel suo principio di cooperazione: <<dai il tuo contributo alla
conversazione così come richiesto, al momento opportuno, dagli scopi e
dall’orientamento comune del discorso in cui sei impegnato>>. Tale principio
viene precisato attraverso quattro massime conversazionali: (clicca
sull'immagine accanto per ingrandirla)
Lo scambio comunicativo si svolge, secondo Grice, attraverso la
collaborazione degli interlocutori nel rispetto delle massime
conversazionali che, se mancanti, portano a un fallimento della comprensione
e della comunicazione, come accade, ad esempio, nell’errore e nell’inganno.
Una nozione centrale per la pragmatica della comunicazione è il principio di
pertinenza. Con esso si intende il fatto che chi comunica, per il solo atto
di comunicare, assume implicitamente di avere qualcosa di pertinente da
dire. L’ostensione di un indizio è l’esplicitazione di tale assunto.
In sintesi, nella pragmatica la comunicazione è intesa come uno scambio in
cui emittente e destinatario conoscono le regole del gioco e se ne servono
per lo scopo prefisso nell’interazione. Bara (1999) propone una tassonomia
generale della comunicazione in cui riassume i principi generali che la
governano, ponendo particolare attenzione alle funzioni della pragmatica
(vedi immagine affianco).
Un altro autore che affronta il tema della comunicazione interpersonale
focalizzando l’attenzione su un punto di vista differente dai precedenti è
Pearce (1989). Egli sposta l’attenzione su aspetti sociologici e, partendo
dall’etimologia della parola comunicare (mettere in comune), sviluppa un
approccio alla comunicazione che pone l’accento sul lavoro di costruzione
sociale. La relazione non è basata tanto sul passaggio di informazione tra
individui ma sulla loro capacità di condividere una cultura, di creare
gruppi e associazioni in cui il comportamento e le pratiche rappresentino
direttamente le opinioni e la cultura condivisa. Gli individui, con il loro
modo di essere e di fare, sono direttamente fonte di comunicazione, intesa,
appunto, come condivisione”.
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