Ultimo aggiornamento: 24/06/2004 |
Sezione curata da Maria Giovanna Melis |
Carlo Majello, “L’arte
di comunicare” - Franco Angeli “L’arte di comunicare è un libro originale ed efficace per chi vuole imparare a vendere le proprie idee. Le tecniche psico-sociologiche descritte nel volume sono spiegate con tanta semplicità e maestria da renderlo un prezioso manuale di studio e di successo, sia nel nostro Paese che all’estero: attualmente il volume è tradotto in varie lingue ed è giunto alla sua ventiduesima edizione in Italia”. A pag 76, “La scelta dei veicoli di trasmissione”, si legge: “Comunicare è molto difficile, per il fatto che la estrinsecazione di un messaggio può essere compromessa da una cattiva scelta di mezzi di comunicazione o dall’inefficiente uso di essi. La nostra mente acquisisce impressioni, conoscenze, nozioni, esperienze, attraverso le sensazioni registrate dall’occhio, dall’orecchio, dal tatto, dal gusto. Il nostro corpo è al tempo stesso destinatario e fonte di trasmissione: è una centrale ricevente e trasmittente le cui azioni e reazioni vengono, di regola, coordinate dal sistema nervoso centrale, in particolare dal cervello. In noi avviene un continuo processo di trasformazione delle sensazioni e degli impulsi trasmessi dai sensi. Ai messaggi che riceviamo facciamo corrispondere altrettanti messaggi, o segnali, che assumono di volta in volta le più svariate forme di espressione. Una manifestazione della natura, attraverso un cielo stellato o un pesco fiorito, stimola un poeta o un musicista a compilare un messaggio. Esso viene espresso in poesia o in musica a seconda che il veicolo usato siano i versi o le note musicali. Spetta dunque alla fonte di trasmissione, a chi trasmette, cioè, il compito di compilare il messaggio coi mezzi che meglio conosce e che ritiene più idonei ed efficaci nei riguardi del destinatario. Chi trasmette ha centinaia di mezzi (veicoli) a disposizione per esprimersi e farsi capire: può usare la parola in un colloquio o una lettera; una conferenza o una circolare; un manifesto o un articolo di giornale; può usare combinazioni di mezzi orali e visivi. Alcuni dicono che debbono esserci almeno tre modi diversi per esprimere a parole uno stesso concetto. Noi aggiungiamo che chi trasmette deve essere in grado di esprimere lo stesso concetto con il maggior numero possibile di veicoli di trasmissione e di usarli in tutte le circostanze. Ciò perché, se dalla valutazione preventiva o a posteriori delle reazioni del destinatario risulta che i veicoli da impiegare o quelli già usati per la trasmissione sono stati inefficaci, bisogna saperli sostituire con mezzi più idonei. L’uomo, quando è fonte di trasmissione, deve esercitarsi continuamente alla selezione e all’applicazione dei migliori veicoli per i suoi messaggi: dev’essere un buon fornitore di calzature il quale, oltre alle scarpe che gli interessa vendere, deve soprattutto disporre di quelle che si adattano alle misure e ai gusti dei suoi clienti. Noi non potremmo mai dire quale sia il migliore tipo di scarpe o quale il migliore veicolo per comunicare. E’ compito di chi trasmette stabilire se usare la parola o lo scritto, il manifesto o la radio, e quando impiegare questo o quel veicolo. Consigliare un veicolo di comunicazione piuttosto che un altro sarebbe come consigliare a un innamorato il comportamento da usare verso la sua donna. Si può riuscire efficaci tanto con un bel fascio di fiori che con una lettera, sia con una carezza che con un dono prezioso. Spetta al mittente scegliere il tipo di messaggio e la forma che più lo rende efficace; soltanto lui, conoscendo il destinatario, potrà prevedere le reazioni che il suo messaggio provocherà e acquisire valide esperienze dai risultati ottenuti. Chi trasmette deve conoscere il codice convenzionale che userà per instaurare il colloquio col destinatario; ma è anche opportuno che sappia enunciare, tradurre e interpretare quel codice per coloro che con esso non hanno alcuna dimestichezza o non ne hanno a sufficienza”. |