Ultimo aggiornamento: 27/07/2004

 

Ian Stewart, ”DIO GIOCA A DADI?”, traduzione di Libero Sosio, Bollati Boringhieri, 1993

Nel prologo “Meccanismo a orologeria o caos?” si accenna alla teoria secondo la quale la storia procederebbe per cicli successivi, disposti però come su una scala a chiocciola (quando il corso degli eventi umani ha compiuto un ciclo, ci si trova a un livello più alto) e l’autore utilizza tale teoria, vera o no che sia, come metafora, spiegando che l’argomento di questo libro riflette un tale ciclo a spirale: il caos cede il posto all’ordine, il quale dà, a sua volta, origine a nuove forme di caos.

Nel remoto passato della nostra specie, l’assenza di regolarità nel mondo naturale veniva attribuita ai capricci di divinità incomprensibili, che lo governavano. Nel corso di varie migliaia di anni l’uomo si accorse delle molte regolarità presenti in natura e imparò a registrarle, ad analizzarle, a predirle e a sfruttarle. Nel Settecento la scienza aveva raggiunto vari successi nello svelare le leggi della natura e il caos aveva lasciato posto a un mondo meccanico, concepito come un immenso orologio.

L’umanità, però, continuò a progredire e progredì anche la sua visione dell’universo. “Oggi non sono più meccanici neppure i nostri orologi: perché dunque dovrebbe esserlo il mondo? Con l’avvento della meccanica quantistica il perfetto meccanismo ha ceduto il posto a una lotteria cosmica, in cui si ritiene che eventi fondamentali come il decadimento di un atomo radioattivo siano determinati dal caso, non da una legge. […] La metafora dei dadi per esprimere il caso si applica in ogni ambito. Il determinismo lascerebbe dunque spazio al caso?”

Sicuramente viene oggi messa in discussione la distinzione, che Einstein cercava di sottolineare, fra l’irregolarità di comportamento del caso e il determinismo della legge. Forse Dio può giocare a dadi e creare, nel contempo, un universo completamente dominato dalla legge e dall’ordine. Si sta incominciando a scoprire che sistemi obbedienti a leggi immutabili e precise non sempre agiscono in modi prevedibili e regolari. “Leggi deterministiche  possono produrre comportamenti che appaiono casuali; l’ordine può generare un proprio tipo di caos. La questione non è tanto se Dio giochi a dadi, ma come lo faccia.

Le nozioni di predizione e di ripetibilità degli esperimenti assumono nuovi significati quando vengono osservate attraverso gli occhi del caos: ciò che pensavamo fosse semplice diventa complicato, e nascono nuovi inquietanti problemi circa la misurazione, la prevedibilità e la verifica o la confutazione delle teorie.” D’altra parte, ciò che era ritenuto complicato può diventare semplice: fenomeni che sembrano casuali possono, invece, obbedire a leggi semplici. “Il caos deterministico ha le sue leggi e ispira nuove tecniche sperimentali.” Alcune irregolarità presenti in natura potrebbero rivelarsi manifestazioni fisiche della matematica del caos. L’autore cita alcuni fenomeni, tra cui: il flusso turbolento dei fluidi, le inversioni del campo magnetico terrestre, le irregolarità del ritmo cardiaco, la crescita delle popolazioni di insetti, il gocciolamento di un rubinetto, il metabolismo delle cellule e la propagazione di impulsi nervosi,  ai quali è stata applicata la matematica del caos. Indubbiamente va sottolineato un progresso fondamentale nella comprensione delle irregolarità  che si osservano in natura, ma “il suo futuro deve ancora svelarsi”.