Ultimo aggiornamento: 10/09/2004 |
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Progetto di Erik Thé,
“LE MAGICHE VISIONI DI M.C.ESCHER", Questo volume ci viene segnalato da Giovanna Maria Melis, che ringrazio e che scrive quanto segue: «Per prima cosa riporto la significativa frase di Escher :“Le cose che voglio esprimere sono così squisite e pure”, perché ritengo che essa identifichi bene la sua ricerca artistica, la sua curiosità quasi ossessiva verso il mondo del possibile e dell'impossibile. Le visioni di Escher sono particolari ed estremamente suggestive: il mondo
visibile è come un pezzo di carta che l’artista piega, taglia, combina
in modi stupefacenti. La
M.C. Escher Foundation ha voluto pubblicare questo libro con “un
approccio totalmente nuovo, più contemporaneo. Un libro non di lettura,
ma che narrasse una storia attraverso le immagini, e nel quale il testo
fosse complementare”. Nell’introduzione,
J.L. Locher, direttore del Gemeentemuseum dell’Aia, scrive: ”Molti dei
quadri più noti di Escher consistono di un puzzle di immagini. Come può
un campo piatto esprimere profondità o altezza? Come può qualcosa essere
sia all’interno che all’esterno, o sia convesso che concavo? La
soluzione richiede un’attenta osservazione che consenta di penetrare
nella logica dell’immagine, ed è in questa ricerca che risiede il suo
fascino”. […] “Le sue immagini migliori manifestano una
pervicace ostinazione a indagare la vera realtà spazio-temporale, che però
alla fine ci pone di fronte ai limiti dei nostri sensi e in particolare ai
limiti dei nostri occhi." In
una lettera al matematico Bruno Ernst, Escher scrisse: “Il mio quadro
(Belvedere) non è alta matematica. Il fatto che non riesca a definire
questa cosa con maggiore precisione, suppongo dipenda dalla mia pochezza
di matematico. Questo è quello che risulta interessante nella mia
posizione, riguardo alla matematica: i nostri regni sono a contatto ma non
si sovrappongono. E questo mi dispiace!”.» | ||