Ultimo aggiornamento: 12/10/2005

 
     

Andrew Hodges “STORIA DI UN ENIGMA – Vita di Alan Turing 1912-1954”, Traduzione di David Mezzacapa, Bollati Boringhieri, 1983

Questo libro presenta un’accurata biografia di Alan Turing, nella quale viene sottolineato l’itinerario scientifico del matematico inglese (autore nel 1936 del celebre articolo  “On Computable Numbers”, dove vennero spiegati la natura e i limiti teorici delle macchine logiche, prima che fosse costruito un solo computer), ma non vengono trascurati gli aspetti dell’omosessualità, che condusse Alan a dover subire un processo e una cura ormonale.

L’8 giugno 1954 Turing fu trovato sul letto, sereno, morto, durante la notte del giorno precedente,  per avvelenamento da cianuro. “Il 10 giugno l’inchiesta stabilì che si trattava di suicidio”.

Nel “Poscritto” si precisa che il corpo di Alan Turing fu cremato il 12 giugno 1954; “le ceneri vennero disperse nei giardini circostanti, nello stesso luogo dove erano state sepolte quelle di suo padre”. Non venne posta alcuna lapide.

Nelle pagine dedicate a “Nota dell’autore”, Andrew Hodges sottolinea che la documentazione per ricostruire la storia di Alan Turing non è ricca: sono pochi sia i documenti originali sia i materiali pubblicati su di lui. Riconosce che “fu lo stesso Alan Turing a non condurre mai una vita da personaggio storico”, preferendo vivere come un matematico qualunque. “E i matematici, a differenza dei personaggi della letteratura, della politica o dello spettacolo, e anche delle spie internazionali, non sono persone che si aspettano che si parli o si scriva di loro, quale che sia l’importanza del loro lavoro. Anzi non si aspettano neppure che la gente sappia cos’è la matematica, e in genere sono ben contenti di essere lasciati in pace.” 

Nei primi vent’anni dopo la sua morte, non mancarono i necrologi e Max Newman scrisse anche la memoria biografica (a cui Alan aveva diritto in quanto fellow della Royal Society), dove vengono prese in considerazione la vita e l’opera di Alan “dal punto di vista di un matematico puro: la Seconda guerra mondiale vi compare quindi come un’interruzione del lavoro di logica e di quello sulla teoria dei numeri. […]"

Anche all’argomento dei calcolatori, nei suoi aspetti pratici, vengono dedicate solo poche righe, in assoluta coerenza con l’impostazione generale.

Nel 1956 Ethel Turing (madre di Alan) decise di scrivere lei stessa una biografia del figlio e il suo volumetto fu pubblicato nel 1959.

Ethel Turing morì il 6 marzo 1976, ma prima di morire diede disposizioni per la creazione di una fondazione, il Trust A. M. Turing presieduto da Donald Michie, titolare di una cattedra di intelligenza artificiale all’Università di Manchester e nel 1977 i curatori del Trust  disposero che tutte le carte di Alan confluissero nell’archivio del King’s College, da cui l’autore del libro ha tratto il materiale documentario essenziale.

Nel mondo dei matematici l’immortalità di Alan Turing è garantita grazie all’espressione macchina di Turing. Si trova anche semplicemente l’espressione macchina turing e si nota, quindi, come il nome sia stato aggettivato e “la perdita della maiuscola lo assegna al profondo della coscienza matematica collettiva, come accade quando si parla di «gruppo abeliano» o di «varietà riemanniana». Probabilmente questo è il massimo che la scienza può offrire sotto forma di canonizzazione.”