Ultimo aggiornamento: 08/02/2006 |
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Francesco Guadalupi “LE SUPERFICI SI DANNO LE AREE (cose
matematiche per gli alunni di ciascuna classe e per gli ex alunni)”,
Di Renzo Editore,
2004 (Pagine: 385) Il
libro di Francesco Guadalupi, comprendente dodici capitoli, ha il pregio
di affrontare con attenzione, talvolta anche puntigliosa, l’analisi
dei problemi e dei bisogni che sorgono, in ambito scolastico, durante l'apprendimento della
matematica. Vengono evidenziate, in particolare, alcune difficoltà
incontrate soprattutto dagli alunni (anche nel biennio della scuola
secondaria di secondo grado) in tale materia, però non mancano
esempi divertenti dimostrativi del rigore logico infantile, che sovente
si scontra con le consuetudini adottate dagli adulti. L’autore
dimostra di seguire la teoria espressa da Comenio nel XVII secolo,
secondo la quale è possibile insegnare tutto a tutti, purché lo si
faccia in modo semplice e pratico, utilizzando il linguaggio “alunnese”.
In questo volume, Francesco Guadalupi usa tale linguaggio nella
consapevolezza che esso è utilissimo all’inizio di un percorso
didattico, prima che venga introdotto il “matematichese”. Benché
anche in questo libro, come in qualsiasi altro di qualsiasi autore, si
possano riscontrare alcuni “sbagli” (uso tale termine con la
pregnanza semantica, sottolineata da F. Guadalupi stesso, quindi
considerando lo “sbaglio” l’”effetto della distrazione”), lo
stile divertente e ironico con cui sono state scritte le numerose
pagine, coinvolgono il lettore di ogni età, perché la prosa è
scorrevole, capace di suscitare curiosità cognitiva e molte proposte
didattiche sono innovative, o almeno presentate in modo originale e
sotto punti di vista inconsueti. Non
mancano i discorsi finalizzati a smentire determinate convinzioni
radicate nell’immaginario collettivo (per esempio si pensa
erroneamente che la moltiplicazione faccia “sempre aumentare”) e si
espongono con disinvoltura i casi in cui appare evidente la “triplice
alleanza naturale” tra “corpo, mente e matematica”. Ho
letto il libro in pochissimo tempo perché lo reputo particolarmente
avvincente, in quanto i percorsi matematici presentati appaiono come
giochi avventurosi, adatti a sviluppare la capacità logica e la
creatività degli studenti. Tra
le varie, e tutte interessanti, proposte ludiche, e nel contempo molto
preziose dal punto di vista matematico, mi limito a segnalarne alcune
particolarmente sorprendenti ed eleganti nella loro carica innovativa: -il
sistema fattoriale di numerazione; -un procedimento unico per calcolare il minimo comune multiplo e il massimo comune divisore senza conoscerne le regole; -un
procedimento per trasformare (con semplicità) un poligono convesso nel
quadrato equivalente; -una
formula nuova per calcolare l’area del triangolo rettangolo; -una
modalità che consente, dato un numero razionale (diverso da 0), di
individuare facilmente un numero illimitato di terne pitagoriche (con un
corollario, che permette di ottenerle quasi istantaneamente); Non
posso non citare, infine, i seguenti strumenti didattici, minuziosamente
descritti dall’autore, costruibili con materiale di facile consumo: -virgoliere
(la calcolatrice cartacea delle equivalenze); -informatichiere
(finalizzato a far giocare l’alunno, mediante carta e matita, con la
nozione di informatica) -angoliere
(finalizzato all’acquisizione, sin dalla scuola per l’infanzia, di
dimestichezza intuitiva con la nozione di angolo e con le relazioni,
essenzialmente, ma non esclusivamente, di contenenza, fra angolo giro e
i suoi sottomultipli più usati); -tasselliere
(finalizzato a far esercitare gli alunni con le varie configurazioni che
l’angolo giro può assumere mediante combinazioni di angoli minori); -binalfabetiere
(finalizzato all’acquisizione di dimestichezza con il sistema binario
correlato con le 26 lettere, comprese, quindi, le cinque inglesi,
maiuscole dell’alfabeto); -segmentiere
(si tratta di una proposta molto elementare, che consente di
rappresentare mediante segmenti , opportunamente tra loro correlati, la
quantità indicata da ciascuna cifra del sistema a base dieci e il
criterio si può naturalmente estendere ad altre basi di numerazione.
L’uso di tale strumento è finalizzato a promuovere e a consolidare la
consapevolezza relativa alla arbitrarietà, alla convenzionalità della
simbologia con cui si rappresentano le cifre); -sagittiere
(finalizzato a incrementare la dimestichezza con il sistema di
rappresentazione in base dieci mediante un modello monosimbolico
orientato); -simmetriere
(finalizzato a stimolare giocosamente la fantasia creativa in relazione
al principio di simmetria) -triangoliere
(finalizzato a consentire la rappresentazione di figure geometriche,
quale per esempio l’esagono regolare, non ottenibili col geopiano
tradizionale, di cui, comunque, si propone come complementare); -moduliere
(finalizzato ad acquisire dimestichezza con l’aritmetica modulare); -bilanciere
(finalizzato a proporre intuitivamente una visione di insieme dei
concetti inerenti sia alla compravendita sia all’equazione di primo
grado); -poligoniere
(finalizzato a costruire poligoni e a confrontare fra loro poligoni
isoperimetrici, ma di superficie variabile).
Dalla quarta di copertina: "[...] L'autore, Francesco Guadalupi, brindisino, vive a Roma, in pensione da alcuni anni, impara da sempre e insegna dal 1952, nell'ordine: nella scuola elementare, nella scuola media, nel liceo e nell'università, oltre che in corsi di formazione (SSiS compresa) e aggiornamento per docenti. Con la medesima casa editrice ha pubblicato Lessico matematico, L'ortografia non è la grafia dell'orto e, in collaborazione con Lia Di Renzo, Insegnare oggi - Strumenti operativi." |
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