Ultimo aggiornamento: 05/02/2006

 
     

Enrico Giusti, "LA MATEMATICA IN CUCINA", Bollati Boringhieri, Torino, 2004, 226 pagine, 25 euro.

Rivolgo un doveroso e sentito ringraziamento a Fabio Brunelli per la seguente apprezzabile recensione: «Enrico Giusti, più che “matematico ricreativo”, potrebbe essere definito “divulgatore colto”; infatti, oltre che docente universitario, è fondatore dell’ormai noto museo di matematica “Il Giardino di Archimede” di Firenze.

Ecco l’indice del suo libro: Avanti prego, e accendete la luce; Acqua calda; Spaghetti; Arrosto con patate; Insalata; Il rubinetto; Qualcuno vuole il caffè?; Focaccia per pane; Lotterie.

Gli argomenti sono qui meno numerosi rispetto a quelli del libro di Ghattas e ciascuno di essi è approfondito in un maggior numero di pagine: da un minimo di 13 ad un massimo di 34. Alcune pagine del libro richiedono una cultura matematica almeno liceale.

Nel primo capitolo i due protagonisti dialoganti, Gianni e Pinotto, uno letterato e l’altro di formazione matematica, ci guidano attraverso i connettivi della logica matematica, mostrandoci come essi non siano sottesi solo ai più semplici circuiti elettrici, ma anche al coperchio del frullatore, oppure alla zuccheriera del bar.

Nel secondo capitolo si passa a discutere della forma dei contenitori di acqua calda presenti in tutte le case: termosifoni e scaldabagni. Qui la geometria si coniuga con la fisica, in un approccio interdisciplinare che troppo spesso manca nella maggior parte dei nostri testi scolastici.

Il terzo capitolo prende lo spunto da una striscia di metallo forata, un misuratore di spaghetti, per trattare della variazione della superficie delle figure piane in funzione del loro lato (o del diametro). Un argomento che si trova già nel Menone, il dialogo della conoscenza di Platone, ma che non cessa di prendere in contropiede i nostri studenti e tutti coloro che per la prima volta si accostano al problema. La trattazione, come sempre ampia e approfondita, è arricchita da disegni e fotografie e spazia dalla forma delle celle delle api al problema probabilistico del famoso ago di Georges Louis Leclerc, conte di Buffon.

Nel quarto capitolo, che è il più breve del libro, essendo costituito da sole 13 pagine, incontriamo l’“Arrosto con le patate”. E’ questa l’occasione per riflettere sul rapporto tra dimensioni lineari, di superficie e volumetriche degli oggetti. Riscopriamo insieme a Galileo come le proprietà geometriche dei corpi siano fondamentali nella realtà, per esempio nello studio dei pesi e della resistenza delle travi, oppure in problematiche di tipo biologico: potrebbe la balena essere un animale terrestre?

Al capitolo più corto fa seguito quello più lungo. Il quinto, infatti, dal titolo “Insalata”, è costituito da 34 pagine. Qui i due protagonisti iniziano la loro discussione-esplorazione smontando uno di quei cestelli di plastica che usiamo in cucina per asciugare le foglie lattuga appena lavate. Scopriamo che quando separiamo l’acqua dall’insalata con pochi giri di manovella realizziamo nel nostro cestello una forza centrifuga con una accelerazione maggiore di quella di una automobile formula 1. Il dialogo tra i protagonisti prosegue leggero, affrontando proprietà di circonferenze e cicloidi, rievocando grandi nomi del passato come Cartesio, Bernoulli, Vincenzo Viviani e spaziando dalle leggi della riflessione della luce fino agli specchi ustori di Archimede.

Siamo così arrivati a pagina 138 del libro di Enrico Giusti. Dei restanti 4 capitoli abbiamo già riferito i titoli e non vogliamo anticipare altro. Lasciamo adesso la parola all’autore: “In cucina c’è molta più matematica di quanto ne appaia a prima vista. Se non si vede è perché da una parte la matematica non è quasi mai alla superficie delle cose, e per trovarla bisogna scavare un po’, e dall’altra, perché molto spesso siamo portati a considerare gli oggetti e gli strumenti che usiamo comunemente (e non solo in cucina) come se esistessero da sempre, e quindi non ci rendiamo conto che la loro invenzione e il loro perfezionamento dipendono spesso da proprietà e da risultati matematici. Per fare un esempio, cosa c’è di più familiare di un cavatappi? Eppure alla base del suo funzionamento (ma anche del funzionamento delle mollette da bucato, dell’apriscatole, dello schiaccianoci, dello spremiagrumi e via dicendo) c’è la teoria matematica della leva, che troviamo per la prima volta nelle opere di Archimede. Lo stesso si può dire per quasi tutti gli strumenti, molti dei quali si basano su principi e metodi riconducibili alla matematica.

La divulgazione della matematica non è semplice. All’inizio sembra tutto facile; che ci vuole a spiegare il teorema di Pitagora? Poi quando si va avanti si scopre che le cose sono molto più complesse, che non basta sapere la matematica per saperla esporre al pubblico generale, e che non è detto che un risultato facile da dimostrare sia altrettanto facile da descrivere. Quando si arriva a questo punto, si è già sulla buona strada; poi dipende dalle capacità e dall’impegno del divulgatore.”

 

Note sull'autore

Enrico Giusti insegna all’Università di Firenze: Analisi matematica fino a qualche anno fa e ora Storia delle matematiche. I suoi interessi scientifici comprendono il calcolo delle variazioni e le superfici minime, la storia della matematica nei secoli XVI e XVII, con qualche divagazione nella filosofia della matematica. Attualmente si occupa soprattutto di promuovere e gestire Il Giardino di Archimede, il primo museo in assoluto completamente dedicato alla matematica e alle sue applicazioni.

www.archimede.ms