Ultimo aggiornamento: 19/06/2004

 
     
Bruno D'Amore, "GIOCHI LOGICI, LINGUISTICI E MATEMATICI" della collana: "Matematica: cultura e didattica", a cura di Bruno D'Amore, Franco Angeli
Ringrazio Giovanna Maria Melis, che ha segnalato questo testo, scrivendo quanto segue: <<Nella "Prefazione" di Francesco Speranza si legge: "C'è chi considera il gioco con entusiamo, e chi con sospetto o addirittura con avversione, nel timore che faccia perdere di vista le "cose serie". Orbene, i sostenitori della sua validità osservano che il gioco stesso, quando è intellettualmente stimolante (anche se il giocatore non se ne accorge) è "serio": e quindi le obiezioni contrarie perdono la loro validità. Naturalmente, qui è implicita l'idea che quello che conta è soprattutto il modo con cui apprendiamo, più che quello che apprendiamo: principio che viene frequentemente affermato, ma (in conseguenza di antichi pregiudizi) di fatto trascurato. Ma la matematica, si dice, è una cosa quanto mai seria, con la quale <<non si scherza>>: quindi le considerazioni precedenti non la riguarderebbero.
Invece è proprio vero il contrario. Da un certo punto di vista, la matematica è gioco: non è il solo dal quale la si può considerare, ma (contrariamente a quanto si potrebbe credere) è quello degli aspetti avanzati, della matematica trattata in modo assiomatico. A sua volta, questa visione della matematica aiuta a trasferire "idee" sui sistemi matematici al mondo dei giochi. Per esempio, le regole vanno rispettate; ma ci può essere un "gioco sulle regole", quella che in matematica si chiama "metateoria", per operare sulle regole: ma anche questo gioco dovrà a sua volta avere delle regole. Un'osservazione finale. Il gioco, perché sia interessante, non deve diventare ripetitivo; e sarà stato particolarmente efficace se il giocatore avrà imparato a costruire nuovi giochi. E ora, buon divertimento!">>