Teresa Capra - Stefania Portieri, "IMPARO A... CONOSCERE I
NUMERI - Un itinerario facilitato per il concetto di numero da zero a
nove", Erikson, 2001
Ringrazio Giovanna
Maria Melis, che ha segnalato questo testo, riportando quanto
segue:
T. Capra e S. Portieri sono
insegnanti di scuola elementare e hanno un’esperienza pluriennale di
insegnamento con bambini handicappati. Fanno parte del Nucleo di Ricerca
in Didattica della Matematica per la scuola elementare dell’Università
Cattolica di Brescia.
Da pag. 7, “Perché le fiabe”
“Il percorso didattico che presentiamo è stato costruito sulla base di
alcune considerazioni di fondo che abbiamo assunto come idee guida nella
nostra pratica di insegnamento, soprattutto con bambini con difficoltà di
apprendimento, per i quali la complessità del compito deve essere vista
in tutte le sue componenti e analizzata sia in termini di abilità
operative che di strutture concettuali e di processi.
Questo itinerario (…) affronta il concetto di numero, proponendo una
scansione di obiettivi che va dal semplice al complesso e tratta gli
aspetti strutturali del numero utilizzando esperienze concrete che portino
progressivamente alla competenza nel padroneggiare strutture simboliche.
Quando parliamo di <<concreto>> non ci riferiamo però alla
manipolazione di materiali più o meno strutturati e oggetti, utilizzati
spesso in modo indiscriminato nella pratica della didattica della
matematica, quanto piuttosto alla realtà come complesso di situazioni
esperenziali e potenzialmente dominabili sul piano cognitivo.
Si tratta di realizzare un passaggio dal concreto all’astratto
<<…in cui concreto è piuttosto sinonimo di familiare e si
riferisce a tutto ciò che ha direttamente a che fare con la vita
quotidiana e sociale dell’individuo. Ne consegue che “cominciare con
il concreto” significa prestare attenzione a ciò che è familiare, e
non accumulare oggetti fisici e materiali cosiddetti concreti: è una
superstizione l’idea che basti porre gli oggetti fisici d’innanzi ai
sensi perché nella mente si imprimano delle idee. Questo mette
radicalmente in questione molti ingenui idoleggiamenti pedagogici di
materiali e attrezzature, basati sulla presunzione della loro concretezza,
laddove manca un’applicazione del pensiero alle attività che sia
finalizzata alla comprensione e alla soluzione di problemi (Pontecorvo,
1983).>>
Spesso il tentativo di evitare la complessità è risolto attraverso un
approccio che utilizza attrezzature, materiali e simboli sganciati da
qualsiasi contesto di riferimento, mentre l’insegnamento della
matematica, a nostro avviso, acquista significato se il bambino individua
la relazione fra una realtà che sente vicina e i simboli che la
rappresentano.
Il successo di un percorso didattico che voglia realizzare un passaggio
dal concreto all’astratto e che utilizzi il materiale esperienziale per
costruire strutture cognitive e linguaggi simbolici è affidato in gran
parte ai <<mediatori>> didattici.
Per <<mediatori didattici>> intendiamo tutti gli strumenti che
l’insegnante adotta come facilitatori per promuovere questo passaggio.
In questo lavoro come primo mediatore utilizzeremo fiabe e filastrocche
facilmente associabili alle quantità, proponendo così un’esperienza
piacevole e motivante, in cui il numero, ampiamente contestualizzato,
viene progressivamente posto in evidenza fino a essere rappresentato in un
modello iconico che diventerà il modello di riferimento, cioè
l’esempio caratteristico e paradigmatico di un’intera classe di
insiemi finiti.
[…] Ci sembra quasi superfluo sottolineare la valenza che le fiabe
possono avere nel coinvolgimento dell’alunno sul piano emotivo e
personale. Pensiamo che un approccio carico di significato affettivo
costituisca una strategia didattica efficace per un insegnamento che
considera la motivazione come aspetto qualificante e come condizione
essenziale perché abbia luogo l’apprendimento”.
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