Ultimo aggiornamento: 07/07/2004

 

Teresa Capra - Stefania Portieri, "IMPARO A... CONOSCERE I NUMERI - Un itinerario facilitato per il concetto di numero da zero a nove", Erikson, 2001

Ringrazio Giovanna Maria Melis, che ha segnalato questo testo, riportando quanto segue:

T. Capra e S. Portieri sono insegnanti di scuola elementare e hanno un’esperienza pluriennale di insegnamento con bambini handicappati. Fanno parte del Nucleo di Ricerca in Didattica della Matematica per la scuola elementare dell’Università Cattolica di Brescia.
Da pag. 7, “Perché le fiabe”
“Il percorso didattico che presentiamo è stato costruito sulla base di alcune considerazioni di fondo che abbiamo assunto come idee guida nella nostra pratica di insegnamento, soprattutto con bambini con difficoltà di apprendimento, per i quali la complessità del compito deve essere vista in tutte le sue componenti e analizzata sia in termini di abilità operative che di strutture concettuali e di processi.
Questo itinerario (…) affronta il concetto di numero, proponendo una scansione di obiettivi che va dal semplice al complesso e tratta gli aspetti strutturali del numero utilizzando esperienze concrete che portino progressivamente alla competenza nel padroneggiare strutture simboliche. Quando parliamo di <<concreto>> non ci riferiamo però alla manipolazione di materiali più o meno strutturati e oggetti, utilizzati spesso in modo indiscriminato nella pratica della didattica della matematica, quanto piuttosto alla realtà come complesso di situazioni esperenziali e potenzialmente dominabili sul piano cognitivo.
Si tratta di realizzare un passaggio dal concreto all’astratto <<…in cui concreto è piuttosto sinonimo di familiare e si riferisce a tutto ciò che ha direttamente a che fare con la vita quotidiana e sociale dell’individuo. Ne consegue che “cominciare con il concreto” significa prestare attenzione a ciò che è familiare, e non accumulare oggetti fisici e materiali cosiddetti concreti: è una superstizione l’idea che basti porre gli oggetti fisici d’innanzi ai sensi perché nella mente si imprimano delle idee. Questo mette radicalmente in questione molti ingenui idoleggiamenti pedagogici di materiali e attrezzature, basati sulla presunzione della loro concretezza, laddove manca un’applicazione del pensiero alle attività che sia finalizzata alla comprensione e alla soluzione di problemi (Pontecorvo, 1983).>>
Spesso il tentativo di evitare la complessità è risolto attraverso un approccio che utilizza attrezzature, materiali e simboli sganciati da qualsiasi contesto di riferimento, mentre l’insegnamento della matematica, a nostro avviso, acquista significato se il bambino individua la relazione fra una realtà che sente vicina e i simboli che la rappresentano.
Il successo di un percorso didattico che voglia realizzare un passaggio dal concreto all’astratto e che utilizzi il materiale esperienziale per costruire strutture cognitive e linguaggi simbolici è affidato in gran parte ai <<mediatori>> didattici.
Per <<mediatori didattici>> intendiamo tutti gli strumenti che l’insegnante adotta come facilitatori per promuovere questo passaggio.
In questo lavoro come primo mediatore utilizzeremo fiabe e filastrocche facilmente associabili alle quantità, proponendo così un’esperienza piacevole e motivante, in cui il numero, ampiamente contestualizzato, viene progressivamente posto in evidenza fino a essere rappresentato in un modello iconico che diventerà il modello di riferimento, cioè l’esempio caratteristico e paradigmatico di un’intera classe di insiemi finiti.
[…] Ci sembra quasi superfluo sottolineare la valenza che le fiabe possono avere nel coinvolgimento dell’alunno sul piano emotivo e personale. Pensiamo che un approccio carico di significato affettivo costituisca una strategia didattica efficace per un insegnamento che considera la motivazione come aspetto qualificante e come condizione essenziale perché abbia luogo l’apprendimento”.