Giovanna Maria Melis scrive:

«Dan Brown, IL CODICE DA VINCI, Mondadori, 2003

Figlio di un professore di matematica (vincitore di un prestigioso Presidential Award) e di una musicista esecutrice di musica sacra, Dan Brown è , a sua volta,  un insegnante di inglese, storico dell’arte, appassionato di crittografia e di simbologia.

È notte a Parigi: il museo del Louvre è testimone dell'inspiegabile e misterioso assassinio del suo direttore: “Il corpo pallido di Jacques Saunière giaceva sul pavimento(pag.49), disposto come l’ Uomo di Vitruvio, il celeberrimo disegno di Leonardo da Vinci. “(... )

servendosi del proprio sangue come inchiostro e usando come carta il proprio addome nudo, Saunière aveva disegnato sulla propria carne un semplice simbolo, cinque linee rette che si incrociavano in modo da formare una stella a cinque punte. 'il Pentacolo' Pag.50.

Di seguito, Dan Brown illustra i diversi significati di questo simbolo, associandolo principalmente al pianeta Venere “che tracciava un pentacolo perfetto sull’eclittica ogni otto anni”. Per le religioni antiche, il pentacolo e Venere erano divenuti il simbolo della bellezza e della perfezione associate alla dea e al femminino sacro, legati alla natura e alla Madre Terra.

Il mistero si infittisce! Saunière, prima di morire, aveva scritto con il proprio sangue un’ultima comunicazione. Una serie di numeri bizzarra “ (…) sembra un cifrario numerico”, osserva il protagonista maschile, Robert Langdon, studioso di simbologia.

Questa la serie:

13 – 3 – 2 – 21 – 1 – 1 – 8 – 5

Numeri disposti completamente a caso, che vengono decifrati dall’altra protagonista, la crittologa Sophie Neveu. “Une plaisanterie numérique”, spiega Sophie “Questo codice (…) è di una semplicità quasi assurda. (…) Ecco la decrittazione

1 – 1 – 2 – 3 – 5 – 8 – 13 – 21

Sì. Si tratta proprio della sequenza di Fibonacci, “ (…) una delle più importanti progressioni matematiche della storia” afferma Sophie, e continua: “Una progressione in cui ciascun termine è pari alla somma dei due termini precedenti”. La sequenza è stata messa lì da Brown come un semplice gioco crittografico. “ Il codice numerico non ha alcun significato”. Non fornisce elementi utili per la scoperta dell’ingarbugliato mistero. “ Saunière l’ha scritto per assicurarsi che all’indagine partecipassero i crittologi”, afferma convinta la protagonista.

Da questo momento la trama si evolve in un’ambientazione carica di suspence e in percorsi enigmatici e simbolici, tutti inestricabilmente collegati tra loro.

Il Codice da Vinci è un thriller appassionato e intrigante, da leggere tutto d’un fiato. Non è un libro di Matematica, anche se vi sono affrontati argomenti matematici, in maniera chiara e coinvolgente.

Sophie, la crittografa nipote della vittima, è interessata alla Matematica “Mi interessava maggiormente la matematica… la proporzione divina, phi, la sequenza di Fibonacci, quel genere di cose”.

Il Phi, un  numero irrazionale, cioè che non si può esprimere con una frazione e che ha infinite cifre decimali.  Una proporzione geometrica scoperta dai pitagorici e definita da Euclide, chiamata  in un trattato di Luca Pacioli, illustrato da Leonardo  "divina proporzione" e,  nell'Ottocento, "sezione aurea".

Il libro descrive tutta una serie di indizi collegati fra di loro: l’Uomo vitruviano, i numeri di Fibonacci, il pentacolo e ora anche  il phi?

Incredibile, ma tutti questi elementi erano collegati tra loro da un unico concetto così importante (…) ” , riflette pensieroso Langdon, a cui sembra di essere ritornato a Harvard davanti ai suoi studenti e di scrivere alla lavagna il numero ‘magico’

1,618

 “ Langdon si era voltato verso la sua aula piena di studenti ansiosi. <<Chi mi sa dire che numero è?>>

  Un diplomato in matematica, nelle ultime file, aveva alzato la mano. <<Il numero phi>>.  Lo pronunciava "fi".

  <<Bene, Stettner>> aveva commentato Langdon. <<Signori, vi presento phi>>.  'Da non confondere con il <<pi greco>> aveva commentato Stettner, sorridendo  <<Come diciamo noi matematici, phi è di un'acca più interessante di pi>>. 

  Langdon aveva riso, ma nessun altro aveva capito la battuta. Stettner era tornato a sedere deluso.

 <<Questo numero phi>> aveva continuato Langdon,   <<uno virgola seicentodiciotto, è un numero molto importante per l'arte. Chi mi sa dire il perché?>>

    Stettner aveva cercato di riabilitarsi. << Perchè è bello?>>. Tutti avevano riso. 

<<A dire il vero>> aveva commentato Langdon  << Stettner ha di nuovo ragioneIn genere , phi è considerato il più bel numero dell'universo>>.

  Le risate erano cessate subito e Stettner aveva sorriso.

  Mentre caricava il proiettore delle diapositive, Langdon aveva spiegato che il numero phi derivava dalla sequenza di Fibonacci, una progressione famosa non solo perché la somma di due termini adiacenti era uguale al termine successivo, ma perché il quoziente di due numeri adiacenti tendeva sorprendentemente al valore 1, 618, phi!

 Nonostante la bizzarra origine matematica di phi, aveva spiegato Langdon, il suo più sorprendente aspetto era il suo ruolo di mattone fondamentale della natura. Piante, animali e persino gli uomini avevano misure che rispettavano esattamente il rapporto tra phi e uno.

 <<L'onnipresenza di phi in natura>> aveva detto Langdon mentre spegneva la luce,   << va chiaramente al di là delle coincidenze e perciò gli antichi pensavano che fosse stato stabilito dal Creatore dell'universo.  I  primi scienziati lo chiamarono la “proporzione divina” >> .

 << Un momento,>>  aveva detto una giovane donna seduta in prima fila. <<Io sono diplomata in biologia e non ho mai visto questa divina proporzione in natura.>>

<< No?>>  Langdon aveva sorriso. <<Non ha mai studiato il rapporto tra femmine e maschi in un alveare?>>

 << Certo.  Le femmine sono sempre in numero superiore ai maschi.>>

<< Esatto. E sa che se in qualsiasi alveare si prende il numero delle femmine e lo si divide per quello dei maschi si ottiene sempre lo stesso numero?>>

<< Davvero?>>

<< Sì. Il numero  phi.>>

La ragazza era rimasta a bocca aperta. << Non è possibile!>>  << Certo che lo è!>> aveva ribattuto Langdon, sorridendo, e aveva proiettato la diapositiva di una conchiglia. <<Riconosce questa?>> << E' un nautilus>> aveva detto la diplomata in biologia  << Un mollusco cefalopodo che pompa gas nelle camere della sua conchiglia per regolare la spinta di galleggiamento.>> << Esatto. E mi sa dire il rapporto tra il diametro di una spira e quello della successiva?>>

 La ragazza aveva guardato con aria incerta le curve concentriche della spirale del nautilus.  Langdon aveva annuito. << Phi, la proporzione divina, uno virgola seicentodiciotto a uno.>> 

  La ragazza l'aveva guardato con aria stupita.

  Langdon era passato alla successiva diapositiva, l'ingrandimento dei semi di un girasole. << I semi di girasole crescono secondo spirali opposte. Chi sa dire il rapporto tra una rotazione e la successiva?>>

<< Il numero phi?>>  avevano chiesto tutti.

<<Tombola!>>  Langdon aveva continuato a proiettare altre diapositive, ma assai più in fretta: una pigna e la sua suddivisione secondo due serie di spirali, la disposizione delle foglie sui rami, i segmenti di alcuni insetti. Tutti rispettavano in modo stupefacente la proporzione divina.

<<Incredibile>>  aveva esclamato qualcuno.

 << D'accordo>> aveva commentato qualcun altro <<ma cosa c'entra con l'arte?>>

<<Ah!>> aveva esclamato Langdon, << Sono lieto che l'abbia chiesto.>>   Proiettò un'altra diapositiva: una pergamena ingiallita in cui si scorgeva il famoso nudo maschile di Leonardo da Vinci, l'Uomo vitruviano, così chiamato dal nome di Marco Vitruvio, il grande architetto romano che aveva tessuto le lodi della proporzione divina nel suo libro De Architectura.

<< Nessuno capiva meglio di Leonardo da Vinci la divina struttura del corpo umano. Leonardo disseppelliva i corpi per misurare le proporzioni esatte della struttura ossea umana. Fu il primo a mostrare che il corpo umano è letteralmente costituito  di elementi che stanno tra di loro in rapporto di phi.>>

 Tutti l'avevano guardato con aria dubbiosa. <<Non mi credete?>> li aveva sfidati Langdon . << La prossima volta che fate la doccia, portatevi un metro.>>

 Un paio di giocatori di football avevano riso di lui.

<< Non soltanto voi scimmioni insicuri>> aveva continuato Langdon. <<Tutti . Maschi e femmine. Fate la prova. Misurate la  vostra altezza poi dividetela per la distanza da terra del vostro ombelico. Indovinate che numero si ottiene.>>

  <<Non phi!>> aveva detto uno degli "scimmioni". 

<<Proprio phi, invece>> aveva risposto Langdon. << Uno virgola seicentodiciotto. Volete un altro esempio? Misurate la  distanza dalla spalla alla punta delle dita e dividetela per la  distanza dal gomito alla punta delle dita. Di nuovo phi. Altro  esempio? Dal fianco al pavimento diviso per la distanza dal ginocchio al pavimento. Di nuovo phi. Le articolazioni delle dita, le sezioni della colonna vertebrale, Ancora phi. Amici miei ciascuno di voi è il tributo ambulante alla proporzione divina.(...) >> Da pag. 112 a pag. 115.  

N.B. Le immagini sono state scaricate da internet

E non finisce qui. L’autore, per bocca di Langdon, descrive come opere d’arte di Michelangelo, Durer, Leonardo e molti altri dimostrano il << (…) rigoroso – e intenzionale – rispetto della proporzione divina nella composizione>>.

Il numero phi è presente anche nelle dimensioni architettoniche del Partenone, 

Questa immagine proviene da http://it.wikipedia.org/wiki/Sezione_aurea  

nelle Piramidi egizie, nei progetti di Le Corbusier, perfino nel palazzo delle Nazioni Unite a New York.

E’ un libro che mi è piaciuto molto perché mi ha invogliato a ‘cercare’, a ripercorrere, come in un viaggio, il percorso affascinante compiuto dall’uomo alla ricerca della ‘magia’ matematica presente nella natura. Non voglio invece discutere sulla tesi di fondo sostenuta dall’autore riguardante la natura di Gesù e la sua relazione con Maria Maddalena, né della ‘loro’ discendenza . E’ un romanzo di fantasia. Tutto qui!

Qualche link sulla sezione aurea: 

hthttp://www.sectioaurea.com/sectioaurea/sectio_aurea2

Qui, in inglese, potete leggere il libro:

http://www.fictionbook.ru/author/braun_dyen/robert_langdon_2_the_da_vinci_code/brown_robert_langdon_2_the_da_vinci_code.html

 

Sezione aurea e psicologia:

http://www.cicap.org/enciclop/at101948.htm »