AGGIORNAMENTO
04/02/2007 -
Grazie alla segnalazione di Luisa, ho letto volentieri anch’io
questo volume di 600 pagine, che non ha la pretesa di essere in
tutto, o in parte, una storia della matematica, ma che ha lo
scopo di “condurre il lettore fino a certe idee direttrici che
dominano presentemente vasti campi della matematica e di
giungervi attraverso le esistenze degli uomini che ne hanno
avuto l’iniziativa”.
Il filo che ha guidato l’autore attraverso l’immenso labirinto
delle invenzioni matematiche è quello che conduce da un passato
quasi dimenticato a certe idee dominanti che governano la
matematica moderna, ma che potranno essere detronizzate domani,
per cedere il posto a generalizzazioni ancora più vaste.
Seguendo questo filo principale, è stata data la precedenza ai
creatori sui costruttori (Fortunatamente, per la
giustizia storica, quasi tutti i grandi creatori nella scienza
matematica sono stati anche dei costruttori sommi, capaci di
perfezionare le loro invenzioni.)
Come viene precisato
nell’Introduzione, tali uomini sono stati scelti in base a
due precisi criteri: l’importanza della loro opera nella
matematica moderna e l’umana attrattiva della loro vita e del
loro carattere. “Alcuni soddisfano ambedue i criteri, per
esempio Pascal, Abel, Galois [...]".
L’essenziale di quest’opera è nell’indagine intorno alla vita e
alla personalità dei creatori della matematica e non nel
manipolo di formule e diagrammi sparsi nel testo. Le idee
fondamentali della matematica moderna sono semplici, illimitate,
e qualsiasi intelligenza normale è capace di comprenderle.
Lagrange pensava che un matematico non comprendesse interamente
la propria opera finché non l’avesse resa così chiara da
poter essere spiegata al primo passante incontrato nella via.
A prima vista, basandoci sulla condotta di certi uomini studiati
qui, lo spirito litigioso può sembrare una caratteristica dei
matematici. L’analisi della vita di molti di essi fa scoprire
come il grande matematico sia portato a credere che gli altri
denigrino la sua opera, gliela rubino o non riconoscano
completamente i suoi meriti, per cui non rinuncia a impegnarsi
in una lotta per riconquistare dei diritti immaginari. “Uomini
che avrebbero dovuto essere al di sopra di simili dispute, si
allontanarono dalla loro strada per discutere sulla priorità
d’una scoperta e accusare di plagio i loro competitori.".
Le disonestà che scopriamo nella vita di alcuni matematici sono
sufficienti a distruggere in noi il pregiudizio che la ricerca
della verità renda necessariamente l’uomo sincero, ma non ci
forniscono neanche la prova evidente che lo studio della
matematica conferisca un cattivo carattere e un temperamento
litigioso.
Il volume comprende i seguenti capitoli:
1)
Introduzione
2)
Spiriti moderni in cervelli antichi (Zenone, 5° sec. a.C.),
Eudosso (408-355 a. C.), Archimede (287?-212 a. C.)
3)
Gentiluomo, soldato e matematico (Descartes, 1596-1650)
4)
Il re dei dilettanti (Fermat, 1601-1665)
5)
Grandezza e miseria dell’uomo (Pascal, 1623-1662)
6)
Sulla riva (Newton, 1642-1727)
7)
Maestro di tutte le arti (Leibniz, 1646-1716)
8)
Natura o educazione? (I Bernoulli, sec. XVII e XVIII)
9)
L’analisi incarnata (Eulero, 1707-1783)
10)
Un’alta piramide (Lagrange, 1736-1813)
11)
Da contadino a snob (Laplace, 1749-1827)
12)
Amici di un imperatore (Monge, 1746-1819), Fourier,
(1768-1830)
13)
Le jour de gloire (Poncelet, 1788-1867)
14)
Il re dei matematici (Gauss, 1777-1855)
15)
Matematica e mulini a vento (Cauchy, 1789-1857)
16)
Il Copernico della geometria (Lobatchewsky, 1793-1856)
17)
Genio e povertà (Abel, 1802-1829)
18)
Il grande algorista (Jacobi, 1804-1851)
19)
Una tragedia in Irlanda (Hamilton, 1805-1865)
20)
Genio e imbecillità (Galois, 1811-1832)
21)
I gemelli degli invarianti (Sylvester, 1814-1897; Cayley,
1821-1895)
22)
Maestro e scolara (Weierstrass, 1815-1897; Sonja
Kowalewsky, 1850-1891)
23)
Completa indipendenza (Boole, 1815-1864)
24)
L’uomo, non il metodo (Hermite, 1822-1901)
25)
Lo scettico (Kronecker, 1823-1891)
26)
Anima candida (Riemann, 1826-1866)
27)
L’aritmetica al secondo posto (Kummer, 1810-1893;
Dedekind, 1831-1916)
28)
L’ultimo scienziato universale (Poincaré, 1854-1912)
29)
Paradiso perduto? (Cantor, 1845-1918)
A pagina 11 si legge: “[…] Dai tempi più
lontani, due tendenze opposte, che si sono date talvolta
reciproco aiuto, hanno governato lo sviluppo generale della
matematica: sono, in una parola il «discreto» e il «continuo».
Il «discreto» descrive tutta la natura e tutta la matematica
atomicamente, sotto forma di elementi distinti, individualmente
identificabili come le pietre di un muro, i numeri 1, 2, 3, etc.
Il «continuo» cerca di cogliere i fenomeni naturali, il corso
d’un pianeta nella sua orbita, il flusso della corrente
elettrica, i movimenti periodici delle maree, e una moltitudine
di altri fenomeni che c’inducono a credere di conoscere la
natura, secondo la formula mistica di Eraclito: «Tutto scorre».
Oggi questo «fluire», o il suo equivalente «la continuità», è
un’idea così poco chiara che è quasi vuota di senso.[…] Il
concetto della continuità […] quando è applicata alla
maniera di Newton, di Leibniz e dei loro successori, ci conduce
nel dominio illimitato del calcolo infinitesimale e delle
sue innumerevoli applicazioni alla scienza, alla tecnologia e a
tutto ciò che viene chiamato oggi «analisi matematica». L’altro
quadro, quello del discreto, basato su 1,2,3… è il
dominio dell’algebra, della teoria dei numeri, della logica
simbolica. La geometria ha del continuo e del discreto al tempo
stesso. Una delle grandi missioni dei matematici di oggi è
quella di armonizzare il continuo col discreto, di eliminare da
essi qualsiasi oscurità, di farli rientrare in una matematica
più vasta.” |