Ultimo aggiornamento: 15/06/2006

 
   

Carlo Cellucci, “LA FILOSOFIA DELLA MATEMATICA”, Editori Laterza, Bari 1967

Si tratta di un’ antologia, (preceduta da una ricca introduzione di Carlo Cellucci), che  fornisce alcuni documenti significativi, poiché raccoglie articoli che possono essere considerati dei veri e propri «manifesti» delle concezioni che hanno segnato le grandi direttrici della filosofia della matematica in epoca relativamente recente. “Così la posizione platonista è qui rappresentata dal suo più valido sostenitore, K. Godel; egli discute anche il problema dei rapporti tra matematica e logica nell’ambito di tale concezione e la questione è ulteriormente esaminata da A. Church.”

Come precisa Carlo Cellucci nell’introduzione, il platonismo rispecchia il modo in cui ci si presenta buona parte della matematica, e soprattutto consente di spiegare l’oggettività della matematica stessa: il fondamento di tale oggettività sta nell’esistenza oggettiva esterna degli oggetti matematici. Esso non nega l’importanza dei processi conoscitivi, per esempio non nega che i problemi relativi all’organizzazione del cervello possano avere un peso nello studio delle nostre relazioni con gli oggetti matematici, tuttavia ritiene che tali problemi vadano al di là dell’ambito ristretto dell’analisi dei fondamenti e, nella misura in cui si occupa di questi, possano e debbano essere ignorati.

Continuando nella rassegna degli articoli significativi, si passa al formalismo estremo che è sostenuto da H. B. Curry. D. Hilbert espone il suo particolare tipo di formalismo, mentre G. Kreisel riesamina la posizione hilbertiana alla luce degli sviluppi più recenti: le dimostrazioni intuizioniste prendono il posto delle dimostrazioni originariamente considerate da Hilbert. La posizione intuizionista viene esposta dal suo iniziatore, Luitzen Egbert Jan Brouwer ed è ulteriormente sviluppata da A. Heyting.

Carlo Colucci sottolinea che l’aspetto principale della concezione intuizionista è che, in base ad essa, gli oggetti matematici sono considerati esistenti solo dopo che ne è stata data un’opportuna costruzione mentale. Il significato delle asserzioni matematiche può essere inteso soltanto in rapporto all’attività matematica. Il comprendere le proprie e le altrui costruzioni mentali, come fatto soggettivo, limitato al qui e all’ora, assume perciò un’importanza determinante: l’oggetto della matematica diventa la stessa attività matematica, in quanto vengono prese in considerazione solo idee riguardanti tale attività (idee di altre idee, non di oggetti esterni).

Il libro si conclude con i seguenti due articoli:

  • Verso un nominalismo costruttivo, di Nelson Goodman e W. V. Quine

  • Un mondo di individui, di Nelson Goodman

V. Quine e N. Goodman sostengono una versione moderna, principalmente dovuta a Lesniewski, del nominalismo dei medioevali.