Ultimo aggiornamento: 12/10/2004

 

Colin Bruce “SHERLOCK HOLMES E LE TRAPPOLE DELLA LOGICA”, Traduzione di Luca Scarlini e Lorenzo Stefano Borgotallo, Raffaello Cortina Editore, 2001

Colin Bruce, fisico, è esperto di paradossi matematici, oltre a essere uno dei maggiori scrittori di scienza del panorama anglosassone.

Dalla quarta di copertina: “Il sagace Sherlock Holmes e il suo ineffabile collega dottor Watson ricorrono a logica, probabilità e statistica per smascherare i misfatti dei delinquenti e rendere giustizia alle loro vittime, con un occhio rivolto alla competenza del matematico e l’altro all’umana compassione. 

La finzione messa in scena da Colin Bruce rende più divertenti e a tutti accessibili le tecniche della cosiddetta decisione razionale, un ambito di ricerca che dai giochi d’azzardo all’economia abbraccia oggi una vastissima gamma di situazioni e di comportamenti.

Vale qui il vecchio adagio di John Milton per cui «ragionare non è altro che scegliere», sapendo però, come amava dire John Looke, che ci risolviamo per questo o quel partito «non nella chiara luce del mezzogiorno, bensì nel crepuscolo della probabilità».

Nella prefazione l’autore ammette di aver sempre apprezzato l’antica tradizione di insegnare tramite storie che contengano, come le favole di Esopo, una morale chiara, che resti facilmente impressa. Egli propone, quindi, una serie di moderni aneddoti ammonitori, in forma di storie di Sherlock Holmes.

Nella postfazione sono inseriti alcuni commenti e suggerimenti per ulteriori letture e approfondimenti, invitando i lettori a esaminare, per un’informazione aggiornata,  il sito web: http://members.aol.com/OxMathDes/ColinBruce.html

Sono particolarmente interessanti i seguenti capitoli:

“L’esecuzione di Andrews” (che introduce la logica bayesiana); “Il caso dell’osservatore poco attento” e “Il caso del perfetto contabile” (questi ultimi due trattano lo stesso problema: come costruire un’accurata visione del mondo, dal momento che le nostre impressioni soggettive possono essere fuorvianti e i resoconti di seconda mano deliberatamente selettivi?)

Sempre nella postfazione l’autore invita a riflettere sul fatto che la maggior parte delle persone basi la propria immagine della realtà non sulle statistiche conosciute, ma su quanto spesso leggono la notizia di un particolare evento. I giornalisti, per incentivare all’acquisto dei quotidiani, si soffermano sulle storie estreme, non su quelle banali e la nostra percezione di rari, ma orrendi pericoli, diventa esagerata. Per esempio, le storie di bambini assassinati ricevono sempre molto spazio, mentre si spendono meno parole per riportare la notizia di un bimbo investito da un’automobile. Colin Bruce spiega di conoscere molti genitori intelligenti e colti che non consentono ai loro figli di recarsi a scuola a piedi, per timore che vengano rapiti e uccisi da un maniaco, mentre permettono loro di andare in bicicletta nel traffico, senza considerare che la probabilità per un bambino di morire a causa di un incidente sulla strada è molto più alta (in Inghilterra almeno di 30 volte) rispetto a quella di essere ucciso da uno sconosciuto.