Ultimo aggiornamento: 13/02/2005 |
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John
D. Barrow “DA ZERO A INFINITO – La grande storia del nulla”,
traduzione di Tullio Cannillo, Mondadori, 2000 E’ un volume di 367
pagine e nella prefazione si legge: "[...] Il nulla, nelle sue
varie manifestazioni, è un argomento che non ha mai smesso di affascinare
nel corso dei millenni. I filosofi hanno cercato di comprenderlo, mentre i
mistici sognavano di riuscire a immaginarselo; gli scienziati si sono
ingegnati di crearlo; gli astronomi hanno tentato invano di localizzarlo;
i logici se ne ritraevano inorriditi, e nondimeno i teologi anelavano a
farne discendere ogni cosa; e i matematici ci sono riusciti…” In questo libro vengono
passati in rassegna alcuni dei modi in cui le nostre concezioni del nulla
hanno influito sullo sviluppo della conoscenza. Viene sottolineato come
“l’antica propensione occidentale per la logica e la filosofia
analitica abbia ostacolato il cammino in direzione di una concezione
feconda del nulla come entità che potesse far parte di una spiegazione
delle cose che si vedono. Per converso, le filosofie orientali favorirono
modi di pensare nell’ambito dei quali l’idea del «nulla come
qualcosa» era semplice da afferrare e dotata di conseguenze non puramente
negative […] Nel corso degli ultimi vent’anni, il vuoto si è progressivamente rivelato più strano, più mutevole, meno vuoto e meno inafferrabile di quanto Einstein avrebbe potuto immaginare […] Già ora una serie di importanti osservazioni astronomiche sembra indicare la presenza di effetti del vuoto cosmico sull’espansione dell’universo e contiamo su altri esperimenti per stabilire se, come si ipotizza, il vuoto abbia effettuato una qualche sorta di ginnastica energetica attorno a quindici miliardi di anni fa, imprimendo all’universo il particolare corso che lo ha condotto al suo stato attuale e lo condurrà al suo destino finale [...]” | ||