COmunicazione in un forum (di Giuseppe Ferdinando Ariano)

 
 

Considerazioni preliminari
Ho scelto di trattare la comunicazione su forum e, prima di trattare ed approfondire ciò che  favorisce o ostacola la stessa su questo particolare mezzo espressivo, intendo individuarne alcune particolarità.
Non c'è dubbio che la comunicazione in un forum è  comunicazione scritta e, dunque, potrebbero essere sempre suggerite le tre regole auree: chiarezza, chiarezza, chiarezza. Come si possa conseguire questo traguardo è abbastanza scontato. Prima di tutto bisogna avere le idee chiare su ciò che si intende comunicare e, per fare questo, non sarebbe male avere sottomano una scaletta preparata pensando a ciò che si vuole esprimere, non trascurando che chiunque potrebbe leggere il nostro post e che, quindi, deve essere accessibile al più ampio pubblico possibile.
Altro aspetto molto importante è il come si scrive. Personalmente mi sentirei di suggerire periodi ridotti all'osso tipo soggetto, predicato e complemento, come ci insegnava il maestro che ricordiamo con nostalgia ed affetto, evitando più possibile subordinate e pronomi relativi. Penso soprattutto al micidiale che. L'effetto di questo pronome in mezzo a tanti periodi è quello di generare spesso e volentieri indescrivibile confusione, essendo, il più delle volte, assai equivoco il riferimento. Naturalmente questo elenco di suggerimenti è volutamente incompleto e succinto, perché mi interessa mettere in evidenza le peculiarità della comunicazione su forum.
Seguire i suggerimenti di cui sopra va benissimo se il filo in cui si interviene è un filo di natura tecnica, ma anche in questo caso, tenendo conto che potrebbero leggere il filo stesso anche dei non specialisti, sarebbe opportuno evitare i tecnicismi e, anzi, corredare i concetti con esempi calzanti e convincenti. Comunque bisogna sempre ricordarsi che il forum, quantunque tecnico, non è il luogo dove sciorinare tutta la propria scienza, così è meglio non lasciarsi andare a lungaggini, scrivendo post chilometrici. Sicuramente si può ottenere la gratitudine del prossimo inserendo dei link alla letteratura specialistica.
Una ferrea osservanza dei precetti su descritti non eviterebbe, probabilmente nemmeno a Gabriel Garcia Marquez, di sembrare  noiosetto e saccente su di un forum. Nell'ambito dei fora si intessono, vivaddio, delle relazioni sociali ed avere sempre una scrittura asettica e asfitticamente  precisa non incoraggia certo gli eventuali interlocutori a relazionarsi. Spesso e volentieri il forum è costellato di fili affatto informali se non ludici in cui, come direbbe qualcuno, il “cazzeggio” è consentito. In questi fili, pur non dimenticando le basilari regole di sintassi, è opportuno, per non apparire supponente, avere un linguaggio piano e disteso con qualche concessione sul piano stilistico. Risultano gradite, per migliorare la comprensione e  sottolineare gli stati d'animo, le faccine simpatiche.
Ma allora come comportarsi? Direi ancora una volta che in medio stat virtus. La virtus in tal caso la si può conseguire cercando di capire il contesto in cui ci si muove e si sta interagendo, ponendo attenzione ai metodi comunicativi che si sono instaurati.
Come ultima considerazione mi preme evidenziare che la buona vecchia netiquette abbia ancora qualcosa da insegnare. Per favore: evitare le maiuscole!

Consigli per rimuovere gli ostacoli alla COmunicazione in un forum
Secondo me uno degli ostacoli seri, talvolta involontariamente eretto, che impedisce una comunicazione efficace è l'ossessione dell'errore, proprio e degli altri, che  pone nella condizione mentale di essere sempre perfettino, precisino e lì, pronto, alla minima infrazione altrui e propria, a saltare su come una molla e gridare all'errore. Per assurdo, anche in un messaggio divertente ed amichevole, non ci si riesce ad esimere dall'evidenziare gli errori.Vorrei sfatare questo orrore dell'errore.
Saggezza di millenni attribuisce all'errore una valenza positiva (sbagliando s'impara), ma non solo: si nasce molto spesso per errore, per errore si può morire e soffrire. Insomma l'errore è la condizione umana per eccellenza.
Ma metterlo al centro della propria vita, in una sorta di disumana ascesi, tutta tesa ad evitare i propri e stigmatizzare quelli altrui può portare a serie disfunzioni relazionali con il prossimo, il quale risulta spesso infastidito da questa ossessione, che può sconfinare, talvolta, nella nevrosi, talaltra, addirittura, nella psicosi.
Non si vive bene in questa sorta di intolleranza nei propri confronti e in quella degli altri.
Da ragazzo ero così. Un amico mi insegnò la valenza del perdono e della transigenza, dicendomi che esercitando questi con gli altri si riesce anche con noi stessi, la qual cosa è di fondamentale importanza per superare il giudizio del peggiore dei giudici: noi stessi.
Nella nostra professione di insegnanti è una bestemmia un atteggiamento del genere. Ma vi immaginate noi stessi, pronti come arpie occhialute e canute
con la bava alla bocca per inveire alla minima occasione contro l'errore di poveri bambini- ragazzini- adolescenti, che non hanno assolutamente avuto il tempo di approfondire i saperi come è stato per noi stessi? Non è didatticamente più proficuo evidenziare successi, miglioramenti, aspetti positivi, cioè somministrare quelle che Pina (Sparacino) in un post del Caffè di For ha definito "carezze positive"?
Questa empatia e l'incoraggiamento contribuiranno sicuramente ad un miglioramento delle relazioni interpersonali e, di conseguenza, della
comunicazione.
Anche i forum, come tutte le comunità interagenti in maniera non lineare, sono soggetti, sia in meglio che in peggio, all’evoluzione. Si formano sottocomunità, si intessono relazioni e amicizie, odii viscerali e contrasti uterini. Ciascuno vuole portare il suo fondamentale contributo, come è giusto che sia,  perché il soggetto pensante si pone ovviamente, per avere un ubi consistam, al centro del mondo. In realtà, ciascun altro essere, spesso e volentieri, si pone per l’osservatore alla periferia del mondo. C’è dunque bisogno di una grande ginnastica di empatia per capire ed interpretare le ragioni dell’altro, per la reciproca comprensione. Un grande artista cantava: “…E il mio maestro m’insegnò come è difficile trovare l’alba dentro l’imbrunire”. Ricordo che, mentre ascoltavo con mamma questo brano di Battiato, lei esclamò: “Che stupidaggine!” ed io colto in un momento di illuminazione, sicuramente agevolato dalla tenera età, le feci osservare che è veramente difficile perché bisogna fare il giro del mondo, cioè cambiare totalmente punto di vista.
Quindi come simulare l'ascolto attivo nell'ambito di un forum?
La ricetta è, a mio avviso
, molto semplice: studiare lo stile di comunicazione altrui, non disprezzandone mai il punto di vista nemmeno nel proprio pensiero e, se possibile, per creare un clima positivo di empatia, cercare nelle risposte di imitare lo stile comunicativo dell'interlocutore.
Non si tratta di ruffianeria, ma dell'unico modo per comunicare all'altro, durante una comunicazione scritta, che si sta leggendo (ascoltando) con attenzione e voglia di comunicare in maniera efficace.
Risulta del tutto evidente che una volta che si è instaurata una comunicazione di questo genere, si è poi liberi di continuare su binari comunque più consoni alla propria personalità, secondo il proprio stile cognitivo.
È lapalissiano che questa operazione è molto più facile da compiere verso persone che hanno una visione del mondo e delle cose abbastanza vicina alla propria, ma ciò non ci esime dal tentare di applicarla con tutti i nostri interlocutori.

                                                                                                                                                                           

 

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